Jeans e abitazioni Nella Capitale si paga in bitcoin
Decine i negozi che riconoscono la moneta virtuale. Le case in vendita a San Lorenzo
Con i bitcoin è possibile acquistare non solo un paio di jeans, ma anche un orologio prezioso, pagare una birra, farsi curare un dente cariato e perfino comperare una casa in via De Lollis tra le 123 messe in vendita. Decine di negozi della Capitale accettano la moneta virtuale. Dalla Balduina al centro storico, da Monti a via Conca d’Oro fino a San Lorenzo i bitcoin mietono consensi. Del resto cinquanta euro investiti nell’acquisto di bitcoin nel 2012, oggi varrebbero 5 milioni di euro.
Dentista In via Conca d’Oro si può saldare pure il conto dal dentista
«Entravano e chiedevano il libro che costava meno. Pensavano di trovarsi al luna park, ma per noi era mortificante. Spero che queste parole ne scoraggino altri». Le stime si rincorrono. Cinquanta euro investiti nell’acquisto di bitcoin nel 2012 oggi varrebbero 5 milioni di euro. Non più tardi di qualche giorno fa, il prezzo di un bitcoin sfondava il muro dei 19 mila dollari. Eppure il malcontento di Michelle Mueller, titolare della libreria Libri Necessari a Monti, rivela una tendenza internazionale. Non c’è più traccia della moneta virtuale sognata da Satoshi Nakamoto. Nel libro bianco dell’ignoto estensore del progetto originale, le criptovalute avrebbero dovuto sostituire euro e dollari, introducendo efficienza e trasparenza negli acquisti quotidiani. Eppure oggi non si parla più di acquistare beni e servizi in bitcoin, ether, o monero. Si scrive criptovaluta e si legge investimento, quotazione, speculazione.
Restano comunque decine i negozi che accettano i pagamenti in valuta virtuale a Roma. Il cliente paga fotografando un codice con lo smartphone, che dà il via al trasferimento di bitcoin dal suo portafoglio digitale a quello dell’esercente. A Roma in bitcoin si può pagare una birra, un paio di jeans, una visita dal dentista. O perché no, la nuova casa.
A San Lorenzo si possono pagare in bitcoin i 123 appartamenti in vendita nel complesso De Lollis 12. In via Conca d’Oro il simbolo della moneta virtuale campeggia sulle pareti della sala d’attesa dello studio Elianto. «Qualche tempo fa un 40enne ha pagato in ether la prestazione del figlio. L’importo corrispondeva a 1500 euro», spiega Vincenzo Roberto, titolare dello studio odontoiatrico.
Per comprare un paio di jeans in bitcoin basta fare andare in via Pereira, alla Balduina, a pochi passi dal Vaticano. «Finora sono stati una decina i clienti che hanno pagato in bitcoin. Hanno comprato pantaloni, scarpe e maglie, spendendo in media un centinaio di euro in bitcoin», dice Valerio Missori, titolare di Windrose Roma.
La gioielleria Bedetti in piazza San Silvestro ci tiene a presentarsi come il primo rivenditore di Rolex al mondo ad accettare pagamenti bitcoin. Eppure, finora, neanche l’ombra di un acquisto. «Abbiamo avuto diverse richieste, ma finora nessuna transazione in bitcoin», sottolinea Stefano Bedetti, titolare della gioielleria. «Eventualmente non convertirei in euro un pagamento ricevuto in criptovaluta, ma terrei i bitcoin in portafoglio per acquistarne degli altri», spiega il titolare della gioielleria.
«Il bitcoin viene considerato uno strumento speculativo, ma l’idea era quella di soppiantare euro e dollaro. Non converto i miei bitcoin in euro proprio per non alimentare la bolla d’investimento di questi giorni. Credo in una valuta alternativa a quelle tradizionali», chiude Gian Luca Comandini, 27enne romano tra i primi utilizzatori di criptovalute in Italia. Nicola Di Turi