Corriere della Sera (Roma)

«Io, barbiere all’Appio dal Bangladesh»

Samir, 28 anni, immigrato di successo: «Vado d’accordo con tutti»

- di Maria Egizia Fiaschetti

C’ è anche Samir Chandra tra i 13 mila imprendito­ri del Bangladesh censiti dalla Camera di commercio tra Roma e provincia. Originario di Comilla, città di un milione e mezzo di abitanti a sudest di Dacca, il 28enne gestisce un negozio di barbiere in zona Colli Albani. Emigrato a Roma nel 2010, ha frequentat­o un corso di tre anni. Preso l’attestato, ha fatto pratica da alcuni connaziona­li a Trastevere e Garbatella. Due anni e mezzo fa ha ottenuto la licenza per aprire la sua attività. Nel quartiere è benvoluto da tutti: l’80 per cento dei clienti sono italiani. Merito dei prezzi (taglio e shampoo 10 euro) e della flessibili­tà (è aperto anche la domenica): così si è ritagliato la sua nicchia, facendo concorrenz­a ai cinesi.

È un salotto di quartiere, il barbiere Prince in via Poggi d’Oro, traversa a poche centinaia di metri da largo dei Colli Albani e dall’omonima stazione della metropolit­ana. Uomini di tutte le età si incontrano nel negozio di Samir Chandra, 28enne del Bangladesh, che in due anni e mezzo è riuscito a insidiare il primato dei cinesi. E a sfatare i pregiudizi sui connaziona­li, che nell’opinione comune vengono per lo più associati ad altre attività: lavanderie, minimarket, banchi di frutta e verdura nei mercati rionali.

Quando decide di trasferirs­i in Italia, nel 2010, Samir non è alla ricerca di un lavoro qualunque. Dopo l’apprendist­ato a Comilla, città di un milione e mezzo di abitanti a sudest di Dacca, vuole affinare le sue capacità: «Ho scelto l’Italia perché mi piace il vostro Paese e mi sono subito trovato bene — racconta — . Sono arrivato con un visto di sei mesi e nel 2012 ho ottenuto il permesso di soggiorno». Per imparare le tecniche di taglio e perfeziona­rsi nello stile segue un corso profession­ale di tre anni a Valle Aurelia. Con il diploma in tasca, inizia il tirocinio tra i «compaesani», a Trastevere e Garbatella. «A Roma ce ne sono eccome di barbieri bengalesi, ma anche srilankesi e indiano-pakistaYas­sin, ni: a Ponte Lungo, San Paolo, Torpignatt­ara, Esquilino...», insiste tra una sforbiciat­a e una spolverata di borotalco per rimuovere i residui della rasatura. Con la gavetta, oltre ad acquistare sicurezza, riesce ad accantonar­e il capitale per mettersi in proprio. Ottiene la licenza, trova un locale sfitto in posizione strategica — quartiere popoloso e ben collegato dai mezzi pubblici — e lo ristruttur­a. Se ad attrarre i primi clienti, per l’80 per cento italiani, sono i prezzi competitiv­i (un taglio 7 euro, 10 con lo shampoo) per fidelizzar­li Samir non lesina sulla qualità: igiene, pulizia e il sorriso come biglietto da visita. Per contenere i costi senza abbassare lo standard, è sempre disponibil­e e tiene aperto anche la domenica.

Entra un signore distinto, sui sessanta: «Nel pomeriggio quando posso venire?». «Quando sei più comodo». Ecco la mamma impellicci­ata col bambino: «Te lo affido, accorciagl­i la frangia». Ed ecco il connaziona­le, aiuto cuoco in un ristorante della zona: «Passavo per caso davanti alla vetrina e ho voluto provare — ricorda Belal Hussein, 22 anni — . Mi sono trovato bene, Samir è attento e preciso». Christian, nato a Roma da genitori filippini, è assistente di volo con base a Bruxelles, ma ogni volta che torna a casa non rinuncia al suo stylist di fiducia: barba, capelli ed epilazione delle sopraccigl­ia con il filo orientale, tecnica che richiede una buona dose di manualità. 23enne di origine marocchina, nonostante abiti a Pomezia si serve solo nel negozio in via Poggi d’Oro: «Lavoro qui vicino come guardia giurata, quando sono in pausa ne approfitto per tagliarmi i capelli». Gianfranco Roma, un altro spiega perché i suoi coetanei sono tra i clienti più affezionat­i: «Samir si è impegnato molto per ritagliars­i la sua fetta di mercato, al punto di sottrarre clienti ai cinesi: è un esempio di meritocraz­ia. Con prezzi inferiori alla media del 50 per cento i ragazzi come me, tra i 20 e i 30 anni, possono permetters­i di andare dal barbiere due, tre volte al mese: così anche chi ha un budget limitato può stare sempre in ordine». Andreone («Basta il nome, nel quartiere mi conoscono tutti») 42enne personal trainer, assicura: «Seduto su queste poltrone ho visto anche qualche personaggi­o dello spettacolo. Samir ha talento, ti guarda e sa qual è il taglio più adatto al tuo viso». Single, lo stacanovis­ta delle forbici non si concede molti svaghi. Tutto casa (nelle vicinanze, a Villa Lazzaroni) e bottega: «Sono induista. Ogni tanto, quando sento il bisogno di pregare, vado al tempio a Torpignatt­ara». È mai stato insultato o minacciato per il fatto di essere straniero? «Mai. Da subito mi sono sentito accolto, vado d’accordo con tutti». Un desiderio per il 2018? «Andare a trovare la mia famiglia in Bangladesh, non li vedo da troppo tempo... E alla mia età è ora che mi trovi una fidanzata».

Clienti Molti sono italiani e c’è anche chi lo raggiunge da altri quartieri e da fuori Roma

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