Corriere della Sera (Roma)

Molestie al Tasso, gli studenti: era insospetta­bile

In molti adesso chiedono provvedime­nti duri

- di Erica Dellapasqu­a

In molti - studenti, genitori e docenti - da giorni sapevano delle molestie del prof a alcune ragazze tramite WhatsApp. Del caso dentro il liceo Tasso si parlava da giorni, da quando i carabinier­i avevamo bussato al portone d’ingresso per indagare. Ma il docente accusato, secondo il racconto di chi lo conosce bene, sembrava un insospetta­bile: docente di Storia e Filosofia, colto e apprezzato nell’ambiente. Ora che il caso è esploso, però, il docente è stato trasferito in biblioteca. Intanto studenti e genitori chiedono provvedime­nti rigidi: «Non può continuare a insegnare al Tasso - attacca Guido Ripanti, ex rappresent­ante d’istituto -. Non si possono sottovalut­are certe battute sessiste e fuori luogo».

Il Consiglio d’istituto «Il professore, in attesa delle indagini, è stato allontanat­o dal preside a tutela dei principi morali della scuola»

Genitori e alunni, non tutti ma in molti, sapevano delle denunce. Da almeno un mesetto, ricordano, da quando cioè a scuola, un giorno, al portone del Liceo Tasso hanno bussato i carabinier­i: «Ci è sembrato strano, abbiamo chiesto, e da lì è venuto fuori tutto». Tutto, in quel momento, era la versione delle ragazze: molestie, reiterate, via

WhatsApp, da parte di quel professore così tranquillo, sempre amichevole, alla mano, però colto e apprezzato nell’ambiente. Storia, filosofia, e poi la pittura, sua grande passione. Il classico insospetta­bile. E invece, adesso, l’intervento della Procura, che ha aperto un’indagine, ha irrobustit­o i racconti: «Da stamattina il cellulare non smette di squillare - dice Lorenzo Montuori, uno dei rappresent­anti d’istituto - i ragazzi vogliono sapere, capire, qualcosa si sapeva, ma non pensavamo di trovare la notizia così amplificat­a sui giornali: l’idea, prima di sbilanciar­si, era aspettare che le autorità facessero il loro lavoro».

La storia delle molestie, così, girava per i corridoi del Tasso già da qualche tempo. Proprio tra le ragazze, all’inizio, quelle che hanno denunciato e le altre delle classi quinte. «Allora ci siamo informati - ricorda Lorenzo -. Quando abbiamo capito che effettivam­ente c’era qualcosa, che il preside stava seguendo con attenzione la vicenda e che il professore a breve sarebbe stato allontanat­o da una delle classi, abbiamo pensato di non farci prendere dal panico e di affidarci a chi si occupa delle indagini». Nel frattempo, i giorni passavano, col prof al centro del caso trasferito in biblioteca e gli altri ragazzi che approfondi­vano, osservavan­o, a quel punto con altri occhi, certo più consapevol­i, forse più maliziosi. «Dopo la denuncia fissava il compagno di quella ragazza - fa notare una compagna -. Lo guardava male». «E poi le interrogaz­ioni: le teneva tantissimo, anche un’ora, domande a raffica». Voci, racconti. Per adesso, di certo, ci sono le indagini.

«Non può continuare ad insegnare lì - taglia corto Guido Ripanti, ex rappresent­ante d’istituto -. Non possiamo permetterc­i di prendere alla leggera battute sessiste o comunque fuori luogo, il caso è grave ed è necessario prendere provvedime­nti». D’accordo anche Daniele Cristofani, altro portavoce degli studenti: «Averlo ancora tra noi creerebbe una situazione di disagio, soprattutt­o tra le studen-

tesse che hanno denunciato: ora il caso è esploso, in alternativ­a noi, passate queste feste, ci saremmo mossi col preside, cioè avremmo comunque chiesto un allontanam­ento». Ragazzi o ragazze: se il tema è quello delle molestie, le opinioni convergono. Giulia Oliva, un’altra studentess­a, conferma che - qualora le accuse dovessero essere confermate - quel professore, in quella scuola, non dovrebbe più insegnare: «In che clima tornerebbe a fare lezione? Adesso che la vicenda è pubblica, come la vivrebbero gli altri studenti? Non è questione di sfumature, tra la battuta e l’apprezzame­nto il passo è troppo breve, sarebbe grave sminuire o lasciare spazio al malinteso».

Fiduciosi i genitori: «L’indagine è in corso e finché non è conclusa vale il principio cardine di uno Stato di diritto, ovvero la presunzion­e di innocenza - scrive Elisabetta Pugliese, presidente del Consiglio di istituto -. L’attività svolta dal dirigente del liceo (l’allontanam­ento dell’insegnante ndr) è stata posta in essere a tutela degli studenti e dei principi morali che devono presiedere all’attività di chi opera nella scuola e per la formazione dei giovani».

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(foto LaPresse) Il portone L’ingresso del liceo Tasso
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In cortile Una immagine del liceo classico Tasso con gli studenti durante la pausa per la ricreazion­e

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