«Al call center interrogatori intimi e sputi»
Il racconto della vittima: anche botte, e sempre domande private
Licenziata pochi giorni dopo essersi rifiutata di rispondere a un «interrogatorio» sulla sua vita «sentimentale». È finito così il rapporto di lavoro di Caterina (nome di fantasia), ex dipendente del call center Euro Contact, umiliata - sostiene - con sputi e spintoni dal suo capo, una donna. «Dai primi del mese la responsabile mi chiamava nel suo ufficio - ha riferito l’ex dipendente ai magistrati di piazzale Clodio - dove mi tratteneva interrogandomi sui miei fatti personali, mi offendeva, mi rimproverava, alzava le mani». «Una mattina ho subito un attacco violento sia verbale sia fisico: strattonandomi e sospingendomi, è giunta persino a sputarmi».
Licenziata pochi giorni dopo essersi rifiutata di rispondere a un «interrogatorio» sulla sua vita «sentimentale». È finito così il rapporto di lavoro di Caterina (nome di fantasia), ex dipendente del call center Euro Contact, umiliata - sostiene - con sputi e spintoni dal suo capo Rosa Fiorini. A determinare la reazione della manager - finita sotto processo insieme al collega Cesare Porrà con l’accusa di aver imposto in azienda regole di comportamento vessatorie ribattezzate «metodo della Fenice» - il silenzio dell’impiegata decisa a difendere la sua vita privata. La Fiorini, hanno riferito alla procura alcuni ex dipendenti, avrebbe giustificato la discussione e il licenziamento con il fatto che l’impiegata aveva una storia con un team leader del call center. E le relazioni sentimentali sarebbero tra i divieti previsti dal «metodo della Fenice» in vigore nell’azienda.
L’episodio dell’«interrogatorio» lo ha raccontato la stessa Caterina, che con la sua denuncia ha dato il via all’inchiesta della pm Antonella Nespola. La discussione si sarebbe verificata il 14 dicembre del 2015: «Dai primi del mese la Fiorini mi chiamava nel suo ufficio - ha riferito l’ex dipendente a piazzale Clodio - dove mi tratteneva interrogandomi sui miei fatti personali, mi offendeva, mi rimproverava, alzava le mani». Questo il preambolo degli atteggiamenti assunti dalla manager contro l’impiegata, ritenuti «non episodici» dalla polizia giudiziaria, che esplodono a meta dicembre. «Una mattina mi vuole a colloquio e chiede informazioni sulla mia vita personale e relazionale, oltrepassando i limiti della riservatezza, in evidente violazione della privacy. Vista la mia reticenza a rispondere a un vero e proprio interrogatorio su questioni personali, ho subito un attacco violento sia verbale sia fisico dalla signora Fiorini che, strattonandomi e sospingendomi, è giunta persino a sputarmi».
Da quel momento inizia il conto alla rovescia verso la fine del rapporto. Prosegue, infatti, Caterina, rappresentata dall’avvocato Graziella Zingarelli: «Pochi giorni dopo la Fiorini mi rimprovera nella chat aziendale per non aver dato il buongiorno. Sono sopraffatta da un malessere e con il permesso verbale dei superiori mi allontano. Il giorno dopo, 21 dicembre, dobbiamo andare tutti a Palestrina, a casa della Fiorini, per il pranzo di Natale. A questi pranzi o cene bisogna partecipare per forza. Chiunque si assenti subisce ritorsioni. Io non ci vado, perché sto ancora male, ma avviso. A gennaio vengo licenziata». Parole che avrebbero trovato il riscontro della polizia giudiziaria. Numerose sono state le ispezioni a Euro Contact. E un dato, riportato in un’informativa, è sottolineato dagli agenti. Tra gennaio e settembre del 2016 nella società si registrano ben cinque licenziamenti nonché nove dimissioni che, come scrivono gli investigatori, «sono un significativo indicatore di una situazione di malessere che può aver cagionato lo stato di forte stress emotivo riscontrato nel personale».