Pioggia di pini su Prati: adesso è allarme
Martedì sera ne sono precipitati due. Il quartiere è diventato il luogo più rischioso della Capitale, soprattutto in caso di maltempo: in pochi mesi quattro persone sono finite in ospedale, un paio gravi
Un altro avvertimento, questa volta forse ancora più concreto dei precedenti. Un’altra circostanza fortunata che martedì sera ha impedito a un pino alto 25 metri di precipitare nel sottopasso sul lungotevere Michelangelo, dove avrebbe potuto fare una strage fra gli automobilisti e gli scooteristi. A quell’ora in piazza della Libertà il pino con il tronco fradicio e poche radici, è caduto e se n’è trascinato un altro dietro, rischiando di abbatterne un terzo. Ironia della sorte, le piante sono precipitate sui resti di altri alberi già crollati e uno si è accasciato sulla balaustra accanto a ponte Regina Margherita. Se fosse caduto di sotto sarebbero stati guai seri.
Un altro avvertimento, questa volta forse ancora più concreto dei precedenti già più che credibili. Un’altra circostanza fortunata che martedì sera ha impedito a un pino alto 25 metri di precipitare nel sottopasso sul lungotevere Michelangelo, dove avrebbe potuto fare una strage fra gli automobilisti e gli scooteristi. A quell’ora in piazza della Libertà, quasi all’incrocio con via Cola di Rienzo, in direzione di piazza Risorgimento, il pino con il tronco fradicio, forse malato, e poche radici, è caduto e se n’è trascinato un altro dietro, rischiando di abbatterne un terzo.
Ironia della sorte, le piante sono finite sui resti di altri alberi già crollati nei mesi scorsi e uno si è accasciato sulla balaustra accanto a ponte Regina Margherita. Se fosse caduto di sotto sarebbero stati guai seri. Il destino, perché in simili circostanze ormai solo a questo ci si può appellare, visto che appare impossibile prevedere quando e dove accadrà di nuovo, ha voluto che i rami dei due pini caduti rimanessero intrecciati e quindi il peso di quello rimasto sulla strada ha impedito all’altro di rotolare sul lungotevere. I vipiante gili del fuoco hanno lavorato a lungo con le motoseghe per liberare la strada e adesso tonnellate di rami, tronchetti e vegetazione occupano la parte sinistra dei giardini della piazza. Risparmiato il monumento al drammaturgo Pietro Cossa.
Insomma, ancora una tragedia sfiorata dopo quella di ottobre scorso in piazza delle Cinque Giornate - con un tassista e due turiste graziati da un altro grosso albero che ha schiacciato l’auto bianca senza uccidere nessuno - e quella di qualche mese prima con un passante travolto da un ramo proprio in piazza della Libertà.
Il rione Prati è così diventato il luogo più rischioso della Capitale quando scatta l’allarme alberi. Quello dove occorre il maggior numero di interventi dei vigili del fuoco quando c’è l’allerta maltempo, ma anche dove gli effetti di nubifragi e raffiche di vento si fanno sentire con maggiore pericolosità nei giorni successivi. L’ultimo episodio, collegato al cedimento di un altro albero dalla parte opposta di piazza della Libertà, avvalora l’ipotesi di incidenti ripetuti per gravi problemi di salute delle e forse anche delle radici, aggravati dalle infiltrazioni d’acqua aumentate nei giorni scorsi a causa del maltempo.
Situazioni che hanno già provocato altri crolli a poca distanza: piazza Monte Grappa, viale Mazzini, viale Giulio Cesare, viale Angelico e anche via Marcantonio Colonna (davanti a una fermata d’autobus). Bilancio inquietante: auto distrutte e danneggiate, quattro feriti. Un paio gravi. Una roulette russa che continua a girare.
I crolli Almeno 8 negli ultimi mesi