RAPPORTO TRADITO
L’indagine giudiziaria in corso sul comportamento improprio di un insegnante nei confronti di tre studentesse di un prestigioso Liceo Romano investe il mondo scolastico, già in passato in altre scuole erano stati segnalate e condannate le avance sessuali di alcuni insegnanti che si erano approfittati del loro ruolo per insidiare le proprie allieve.
Stiamo vivendo in questo periodo denunce dolorose di donne del mondo dello spettacolo, ma non solo, che hanno dovuto subire intimidazioni e violenze da parte di uomini che esercitavano un potere ricattatorio su di loro, ma questo nuovo fronte è ancora più inquietante. La scuola come tale ha il compito di accogliere bambini e adolescenti per aiutarli a crescere in tutti i sensi, non solo acquisendo competenze ma entrando nel mondo delle relazioni cogli altri. E gli insegnanti hanno il ruolo privilegiato e impegnativo di accompagnare il percorso dei propri allievi in un rapporto di fiducia reciproca e di collaborazione.
È inevitabile che i giovani si affidino agli insegnanti che con la loro autorità e il loro prestigio personale li possono guidare e indirizzare, ma se questi ultimi si approfittano del loro ruolo per manipolare i propri allievi e anche per cercare di sedurli, questo è un vero tradimento. Già nel Vangelo di Marco venivano riportate le parole di Cristo: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». Turbare la mente dei giovani che si avvicinano con fiducia agli insegnanti è un vero crimine perché si generano in loro paure e sospetti nei confronti delle persone che li dovrebbero guidare, provocando cicatrici profonde che condizioneranno la loro vita affettiva. E forse li allontaneranno dalla cultura, perché verrà vista come strumento di sopraffazione e non di libertà.