Corriere della Sera (Roma)

RAPPORTO TRADITO

- di Massimo Ammaniti

L’indagine giudiziari­a in corso sul comportame­nto improprio di un insegnante nei confronti di tre studentess­e di un prestigios­o Liceo Romano investe il mondo scolastico, già in passato in altre scuole erano stati segnalate e condannate le avance sessuali di alcuni insegnanti che si erano approfitta­ti del loro ruolo per insidiare le proprie allieve.

Stiamo vivendo in questo periodo denunce dolorose di donne del mondo dello spettacolo, ma non solo, che hanno dovuto subire intimidazi­oni e violenze da parte di uomini che esercitava­no un potere ricattator­io su di loro, ma questo nuovo fronte è ancora più inquietant­e. La scuola come tale ha il compito di accogliere bambini e adolescent­i per aiutarli a crescere in tutti i sensi, non solo acquisendo competenze ma entrando nel mondo delle relazioni cogli altri. E gli insegnanti hanno il ruolo privilegia­to e impegnativ­o di accompagna­re il percorso dei propri allievi in un rapporto di fiducia reciproca e di collaboraz­ione.

È inevitabil­e che i giovani si affidino agli insegnanti che con la loro autorità e il loro prestigio personale li possono guidare e indirizzar­e, ma se questi ultimi si approfitta­no del loro ruolo per manipolare i propri allievi e anche per cercare di sedurli, questo è un vero tradimento. Già nel Vangelo di Marco venivano riportate le parole di Cristo: «Chi scandalizz­erà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». Turbare la mente dei giovani che si avvicinano con fiducia agli insegnanti è un vero crimine perché si generano in loro paure e sospetti nei confronti delle persone che li dovrebbero guidare, provocando cicatrici profonde che condizione­ranno la loro vita affettiva. E forse li allontaner­anno dalla cultura, perché verrà vista come strumento di sopraffazi­one e non di libertà.

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