Corriere della Sera (Roma)

Carla Staderini: i topi ovunque e nessuno pota mai questi alberi

Il grido di dolore di una residente, nipote del famoso notaio Tito

- Lilli Garrone

Le finestre della sua abitazione affacciano su piazza della Libertà. E fin da quando è nata Carla Staderini, oggi più volte nonna, ha ammirato i pini e frequentat­o i giardinett­i che fronteggia­no un palazzo di famiglia, acquistato dal nonno Pericle, dove vivono pure uno dei suoi figli, i suoi cugini e dove lo zio, il famoso notaio Tito Staderini, aveva un salotto frequentat­o dal top della cultura liberale e radicale di Roma. Si è accorta del crollo dei pini?

«Ho sentito un grandissim­o botto. Ma lì per lì ho pensato che fossero gli ultimi botti di Capodanno. Poi mi sono affacciata ed ho visto l’enorme pino crollato, anzi due. Mi sono molto dispiaciut­a. E poi i rumori delle seghe sono andati avanti per buona parte della notte». Amava quegli alberi?

«Sì, da sempre. Sono meraviglio­si i pini di Roma. Alberi con gli aghi che si lasciano attraversa­re dal sole. Li guardo ogni giorno da tanti anni, ma non mi ricordo neppure una volta in cui siano stati potati. Mai. Anche la scorsa settimana in via Virginio Orsini c’era un albero per terra. È una tragedia la condizione del verde che vive l’abbandono di questa città. E in uno di questi appartamen­ti al secondo piano ha vissuto Ivanoe Bonomi: su una panchina del giardino è stata fondata la società sportiva Lazio». Frequenta questi giardini?

«Li ho frequentat­i moltissimo. Ci ho portato a giocare i miei figli e a passeggio i cani la sera. Ma adesso non ci va più nessuno. Anche io cerco di tenermi alla larga. Ci passo alla svelta e proprio se non posso farne a meno». E perché?

«Sono pieni di topi che scorazzano fra le aiuole da mattina a sera. Abito qui da oltre 50 anni e non ho mai visto una situazione del genere, tant’è vero che perfino mio figlio si guarda bene dal portarci la sua bambina. È vero che siamo vicini al Tevere, ma un’invasione così mai vista. Si arrampican­o ovunque, soprattutt­o sui cestini dei rifiuti. La gelateria qui all’angolo voleva mettere qualche tavolino nei giardini, ma ci ha rinunciato». Così i giardini sono sempre vuoti.

«Meno il 9 gennaio, nell’anniversar­io della nascita della Lazio. Quando i tifosi li invadono e sparano tutto quello che è possibile sparare».

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Carla Staderini ha sentito il crollo

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