Nessuno ritira più i farmaci scaduti
In due zone su tre l’Ama lascia i medicinali accatastati. Federfarma: «È intollerabile»
L’Ama non ritira dalle farmacie le medicine scadute, portate dai cittadini. La denuncia di molti lettori viene confermata da Federfarma Lazio: «È così da un mese spiega il presidente regionale dell’associazione, Osvaldo Moltedo -. In nove municipi, dai Parioli alle periferie, abbiamo ricevuto decine di lamentele e segnalazioni di farmacisti che non sanno dove mettere i farmaci inutilizzabili o non hanno i nuovi bidoni».
L’Ama non raccoglie regolarmente i farmaci scaduti che i cittadini portano nelle farmacie. Da nove Municipi sui quindici totali sono piovute decine e decine di segnalazioni e lamentele dal 1° dicembre a oggi. Il problema rifiuti si allarga dopo il caos scoppiato prima di Natale.
A confermare la situazione critica è Osvaldo Moltedo, presidente di Federfarma Lazio, dopo che molti romani hanno mandato foto in redazione con cumuli di bustine e scatole di medicine abbandonati da giorni - fuori dalle farmacie - sopra ai bidoni bianchi. «È un disservizio intollerabile - osserva Moltedo -. E se nel bidone si rompe la chiusura di sicurezza, incidente che è avvenuto moltissime volte negli ultimi mesi, il contenitore non viene cambiato». Così i farmacisti non sanno dove mettere medicine scadute - portate dai cittadini che per legge non possono essere custodite all’interno delle farmacie. Se poi in molte farmacie manca addirittura il bidone, la frittata è fatta. La dimensione del problema è nei numeri: molti esercizi in nove Municipi (II, IV, V, VI, VII, XII, XIII, XIV e XV) hanno segnalato a Federfarma negli ultimi 40 giorni che i bidoni erano stracolmi oppure non c’erano proprio. «Ma non è possibile neanche ammassare i sacchetti pieni di scatoline sui bidoni all’aperto - precisa l’esponente di Federfarma -. Non è solo un problema di decoro, ma di sicurezza: vagabondi e animali randagi potrebbero provare a prendere le medicine scadute. E se dovessero ferirsi con le siringhe o assumere pillole o fiale scadute, di chi sarebbe la responsabilità?». Federfarma, subissata di lamentele, è stata costretta un mese fa a dedicare un numero telefonico e una mail, presidiate ogni giorno da un impiegato, per inoltrare le segnalazioni all’Ama senza perdere tempo.
Dopo il caos rifiuti scoppiato in città nelle ultime settimane per la cronica carenza di impianti di trattamento e smaltimento, e dopo che l’immondizia da alcuni anni viene spedita fuori Roma (facendo lievitare i costi), di fronte ai disagi per il ritiro dei farmaci scaduti, l’Ama replica: «Degli oltre 750 punti di raccolta dei medicinali caduti in città, la gran parte risulta funzionante e capiente. E comunque stiamo lavorando per sostituire in fretta i bidoni rotti». L’aziende consiglia anche di ammassare i foglietti illustrativi e le scatole vuote dei farmaci nei contenitori di carta e
cartoni, così da non occupare spazio prezioso per blister, fiale e siringhe nei bidoni delle medicine scadute.
«I bidoni devono essere regolarmente svuotati - attacca Moltedo -. Il farmacista deve fare pure i conti con tanti incivili che abbandonano in buste fuori, a terra, i farmaci scaduti. E non tutti accettano di riportare a casa i sacchetti e tornare dopo qualche giorno». Inoltre non è la prima volta che il problema si verifica: negli ultimi anni questi disagi si sono ripetuti varie volte. «A volte dall’Ama si sono giustificati dicendo che avevano problemi di personale - ricorda il presidente di Federfarma Lazio -. Essendo in pochi, basta qualche assenza per fare saltare la raccolta. Ovviamente sono giustificazioni inaccettabili per una città come Roma. Non si possono fare le nozze con i fichi secchi».
Tra le segnalazioni arrivate direttamente al Corriere della
Sera, ieri mattina un lettore ci ha raccontato in una mail il «viaggio della speranza» del suo sacchetto con farmaci scaduti: da viale Pinturicchio il lettore, non trovando il bidone, ha chiesto al farmacista: «Scusi, posso lasciarli a lei?». «No, mi dispiace, non abbiamo più il bidone che aveva l’apertura rotta. Ma l’Ama non ce ne ha ridato uno nuovo. Lo aspettiamo da mesi». Dopo avere peregrinato in altre tre farmacie del Flaminio, «in via Fracassini il bidone era strapieno, con siringhe in bella vista, cartoni mezzi aperti e sopra una busta poggiata sopra - aggiunge il lettore -. Allora ho deciso di riportare a casa il mio sacchetto».