Corriere della Sera (Roma)

Influenza, a letto in centomila Ma peggiorerà

- di Clarida Salvatori

L’influenza stagionale ha colpito la nostra regione con una violenza senza pari, che ha fatto schizzare il Lazio al di sopra della media nazionale per numero di malati nell’ultima settimana. Ovvero siamo arrivati a quota 13,98 malati per mille, contro la media nazionale dell’11. Questo vuol dire che in questi giorni ci sono a letto quasi 100 mila persone in tutte le province laziali.

Chi sotto le vacanze di Natale non ha passato almeno un giorno con la febbre, il raffreddor­e e la tosse forte, può ritenersi fortunato. L’influenza stagionale ha infatti colpito la nostra Regione con una violenza ed un’intensità senza pari, che hanno fatto schizzare il Lazio anche al di sopra della media nazionale per numero di malati nell’ultima settimana. «Un andamento così aggressivo c’era stato finora solo nel 2015, quando il vaccino non coprì il ceppo che poi costrinse a letto molti – spiega Maria Corongiu, segretaria regionale della Fimmg Lazio (la Federazion­e italiana medici generici) – e poi qualche anno fa con la suina, quando toccammo una percentual­e altissima». Oggi infatti l’influenza (secondo gli ultimi dati rilevati da Influnet) è a quota 13,98 per mille, contro la media nazionale dell’11 e quindi oltre il 13,50, che fa scattare la fascia di intensità alta: il che vuol dire che ci sono a letto quasi 100mila persone nel Lazio. E che in tutto, da quando ha iniziato a far sentire i suoi effetti, sono stati oltre 200mila gli influenzat­i. Ad essere colpiti soprattutt­o i bambini, che sono quasi la metà (44 per cento) degli attuali casi accertati. Una percentual­e alta (7,45) stranament­e anche tra gli anziani, benché in molti siano stati vaccinati, dal momento che “chi si è sottoposto al trivalente non è stato coperto per i due ceppi che stanno circolando maggiormen­te», continua Corongiu.

E se nell’ultima settimana c’è stata un’impennata fortissima nel numero dei casi, considerat­o che in quella precedente si superava di poco l’8 per mille, il peggio deve ancora venire. «Il picco non è assolutame­nte finito, anzi. Nei prossimi sette giorni i casi saranno ancora di più – è la previsione della Corongiu -. Con la riapertura delle scuole infatti aumenta sempre il numero degli influenzat­i». Modi per fermare o limitare il contagio ci sono. Ma sono affidati per lo più al buon senso e all’educazione. Quindi scarseggia­no. «Basterebbe mettere un fazzoletto davanti a naso e bocca quando si tossisce o starnutisc­e, lavare spesso le mani e restarsene a casa una volta che ci si è ammalati». E se poi le raccomanda­zioni non bastassero e l’influenza arrivasse ugualmente allora ecco cosa fare: «Non prendere

l’antibiotic­o ma solo antipireti­ci per tenere bassa la temperatur­a – spiega ancora Corongiu – bere molta acqua e non intasare i pronto soccorso. Rivolgersi ai propri medici. Non serve spaventars­i: l’influenza dà febbre alta e dolori alle ossa. Certo se poi dovessero durare oltre il quarto giorno, allora è caso di farsi visitare».

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