Villetta esplosa indagati gli inquilini
Provocarono una terribile esplosione in una villetta ad Acilia manomettendo il rubinetto del gas. Una modifica compiuta da due cingalesi, ora accusati di duplice omicidio colposo per aver causato la morte di Debora Catinari e della figlia Aurora, rimaste sepolte nel crollo della palazzina, e di lesioni per il ferimento di una terza persona. La procura ha ricevuto nei giorni scorsi l’esito della perizia, letta la quale il pm Giorgio Orano ha deciso l’iscrizione dei due immigrati, da anni residenti in Italia, nel registro degli indagati. La società del gas aveva sospeso loro il servizio per il mancato pagamento delle bollette e loro avrebbero tentato di riallacciarsi all’impianto visto che stavano utilizzando delle bombole del gas. La tragedia avvenne il 28 dicembre del 2016. I due coinquilini avevano anche delle pendenze con i proprietari della casa, sorte per i numerosi canoni d’affitto arretrati. Era ormai prossimo l’avvio della procedura di sfratto. Motivo che aveva fatto sorgere, nelle ore precedenti l’esplosione, una violenta discussione tra i locatari e i cingalesi, consapevoli di avere le ore contate per l’addio alla villetta. A moltiplicare l’effetto dell’esplosione, la presenza di uno studio dentistico dove erano collocate, secondo il rispetto della normativa, bombole d’ossigeno. Il gas, fuoriuscendo in modo incontrollato dal tubo manomesso, si sarebbe propagato nell’edificio tanto da saturare l’intera villetta dando il via a un effetto a catena.