La Capitale invasa dai rifiuti
Dalla Casilina alla Balduina, dalla Tiburtina al Trionfale: cassonetti stracolmi
Un’altra giornata di sofferenza per la Capitale: cassonetti strapieni dal Casilino alla Balduina, dalla Tiburtina al Trionfale. E pure in via del Corso ieri mattina c’erano cumuli di sacchi neri. Intanto infuriano le polemiche tra la giunta Raggi e il governatore Zingaretti.
Infuria la polemica sui rifiuti tra Pd e M5S, mentre con il 50 per cento dei mezzi fermi e i Tmb saturi l’immondizia continua ad accumularsi in strada. Si allunga il cahier de
doléances in risposta alle parole dell’assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari: «A Roma nelle festività natalizie il sistema di raccolta ha tenuto». Ieri, la protesta del comitato di quartiere Torre Spaccata: «Non bastava la “geniale” mossa di togliere per un lungo tratto di viale dei Romanisti i cassonetti, spostati in vie limitrofe in posizioni a volte inaccessibili. Ora si è aggiunta anche l’emergenza rifiuti».
Nel vivo della campagna elettorale, lo scontro sulla
monnezza si fa incandescente. Pur confermando la sua disponibilità ad aiutare il Campidoglio il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, striglia i Cinque stelle: «Non ci sottraiamo, ma il livello di arroganza, presunzione e falsità deve calare». Un invito ad abbassare i toni, dopo il post della Montanari su Facebook: «C’è il sospetto che qualcuno voglia speculare sulle spalle dei cittadini e proponga tariffe fuori mercato per mettere in difficoltà le amministrazioni e gli abitanti di Roma. No agli sciacalli». Dopo aver accantonato l’ipotesi di smaltire una parte dei rifiuti della Capitale in Emilia Romagna, l’assessora all’Ambiente stima in 150 euro a tonnellata il prezzo ragionevole. Se non fosse che cifra richiesta sarebbe «altissima, intorno ai 200 euro». Da qui, la scelta di stravolgere i piani considerato che il Comune deve «rispondere alla Corte dei Conti». Gli argomenti dell’assessora, però, non bastano a zittire le critiche. Per gli oppositori a suggerire il cambio di strategia — prima la richiesta alla Pisana di sondare l’apertura di credito dell’Emilia, poi il dietrofront — sarebbero stati i vertici del Movimento: bussare alla porta dei dem (e dell’ex grillino Federico Pizzarotti, sindaco di Parma) a due mesi dal voto avrebbe danneggiato i pentastellati. Nel frattempo, la ricerca di altri interlocutori non ha ancora prodotto risul-
tati. Al di là dei passaggi diplomatici, dal Campidoglio non sarebbero partite telefonate ufficiali, l’Abruzzo (altra regione a guida Pd) si dice disponibile ad accogliere fino a 100 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Il punto, come spiega il sottosegratario con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, è sapere «quante tonnellate Roma pensa di smaltire nei nostri impianti e per quanto tempo». Aspetto che, finora, non è stato chiarito. Fonti accreditate ipotizzano che Roma, oltre alle attuali 170 tonnellate al giorno per cinque giorni a settimana, dovrebbe spedirne in Abruzzo altre 100 per un totale di 270: «L’equivalente di un piccolo Tmb, che si potrebbe realizzare con 2-3 milioni di euro a fronte dei 58 milioni l’anno spesi solo per il trasporto dei rifiuti fuori regione». Resta, infine, l’incognita dei tre nuovi impianti di compostaggio per il trattamento dell’organico, una parte del quale viene già portata nel Friuli, (ma il vero problema è il milione di tonnellate d’indifferenziata prodotta ogni anno) annunciati più volte dalla Montanari. Due dei siti ipotizzati sarebbero Cesano e Casal Selce, ma dalle popolazioni è piovuta una raffica di no.