Errichetta Festival: altri suoni, altri mondi
Dall’Iran alla Nuova Zelanda, una rassegna con quaranta musicisti provenienti da dieci nazioni
Una rassegna che ribalta i confini geopolitici, si oppone ai venti della diaspora, riconsidera la musica tradizionale alla luce dei nuovi fermenti.
Errichetta Festival prova a riannodare i fili della musica balcanica e mediorientale dando ospitalità in una pluralità di luoghi (Villa Medici, Teatro Italia, San Giorgio al Velabro, centro culturale turco e associazione Mocobo) a quaranta musicisti provenienti da dieci differenti Paesi. Dall’Iran alla Bulgaria, dalla Grecia alla Macedonia, dalla Turchia alla Nuova Zelanda, uno scambio musicale e generazionale aperto anche alle sonorità e alle danze storiche di Canada, Italia e Stati Uniti.
Il programma fittissimo si apre giovedì a Villa Medici con Abolhassan Khoshroo e in suoi tre nipoti, provenienti da Mazandaran, regione dell’Iran Settentrionale. Suoneranno anche al fianco di Siamak Jahangiry, noto per la sua interpretazione del Radif, repertorio della musica colta persiana. Venerdì al Teatro Italia il re della zurna (strumento a fiato) bulgara, Samir Kurtov, di scena con il suo trio, e il maestro di launeddas (anche queste uno strumento a fiato, originario della Sardegna) Luigi Lai.
Sabato 13 l’Istituto Svizzero ospiterà due giovani artisti, Nigel Taylor dal Canada e Chris Cretella dagli Stati Uniti, in concerto con il sassofonista svizzero Bertrand Denzler. Nella stessa serata al Teatro Italia le danze greche creeranno un’atmosfera di festa con Stavros Kouskouridas, clarinettista eccelso, impegnato in un repertorio da semplici rondò come il Syrto e il Kalamatiano ai balli dell’Epiro e della Macedonia. Lo spettacolo sarà preceduto in mattinata da un seminario gratuito tenuto da Stefanos Ganotis. Sul palcoscenico di via Bari anche il progetto di James Wylie, con la sua compagine Lost Cities Ensemble, ispirato agli eroi delle tradizioni greca, persiana e neozelandese, l’East Trio di Federico Pascucci a a confronto con il virtuoso della fisarmonica rom bulgara Martin Lubenov e il suo Jaz- zta Prasta Trio, e il live di Errichetta Underground. Quest’ultimo gruppo musicale è nato nel 2008 a Roma «dal connubio fra centro e periferia, fratelli e figli unici, supplì e teste di cernia», amano raccontarsi i suoi componenti. Come maestri di cerimonie, gli estrosi Errichetta introdurranno gli artisti e inviteranno il pubblico «ad abbandonarsi, salendo sul carro di Apollo».
Chiusura domenica nella Chiesa di San Giorgio al Velabro: le sonorità della Corte ottomana rivivranno grazie a Omer Ömer Erdo dular in duetto con Murat Aydemir: ney (flauto di canna) e tanbur (liuto a manico lungo) saranno modulati con l’intento di recuperare melodie che si nutrivano della produzione di diverse etnie. Nella stessa giornata Elan Ash e il trio di Evgenios Voulgaris, che alterna i brani con l’improvvisazione («taksim»), Kostas Tsarouchis e Fausto Sierakowski. Una non stop fra Oriente e Occidente, pagine di storia nota e partiture sconosciute.