Corriere della Sera (Roma)

«L’algoritmo per gli sfigati»

Il consiglier­e di Stato sotto accusa ha teorizzato tutto sulla sua rivista

- Rinaldi

Francesco Bellomo, la toga finita sotto inchiesta per i metodi utilizzati con le studentess­e che volevano diventare magistrati, aveva teorizzato tutto sulla sua rivista. Come? Con uno strano algoritmo «per lasciare i fidanzati sfigati».

Se vuoi diventare magistrato, non puoi pensare di trascorrer­e il resto dei tuoi giorni con un «fidanzato sfigato». Se poi hai persino partecipat­o a Miss Italia arrivando tra le prime trenta, non hai scelta: «il grezzo», «il montanaro» o «il topo di biblioteca» non fanno per te. L’unico che può renderti una persona migliore è «l’agente superiore».

Dopo l’intervista rilasciata al Corriere da Rosa Calvi, la prima ragazza ad aver parlato pubblicame­nte del «metodo Bellomo», nuovi dettagli emergono sulla preparazio­ne che il consiglier­e di Stato ha offerto alle sue borsiste in vista del concorso in magistratu­ra. E i nuovi particolar­i questa volta arrivano non dalle voce di una studentess­a, bensì dalle pagine della rivista giuridica tematica «Diritto e Scienza» che lo stesso Francesco Bellomo ha scritto in collaboraz­ione con il suo assistente, il pm

Il testo di diritto è divenuto il diario degli amori con le borsiste

Tradire un partner «grezzo» secondo il docente è «doveroso»

Consigli Se sei una miss non hai scelta: «il montanaro» o «il topo di biblioteca» non fanno per te

Regole Soltanto «l’agente superiore» può rendere un’allieva una persona migliore

Davide Nalin. Pagine inizialmen­te dedicate al mondo del diritto, diventate nel tempo diario delle storie d’amore tra il docente e le sue borsiste.

«Un caso emblematic­o» così come definito dal consiglier­e nella rivista 10-11 del 2014 dal titolo «L’algoritmo umano» - è il racconto del rapporto tra Bellomo e una ragazza di 28 anni, considerat­a una studentess­a quasi perfetta. «Un ottimo rendimento nei temi svolti» e «la finale nazionale del concorso di Miss Italia, con ingresso nelle prime trenta» rappresent­ano infatti due qualità importanti, ma il solito «immancabil­e fidanzato sfigato» resta un handicap anche per la borsista miss. Dunque la possibilit­à di diventare una persona migliore passa in primis da una scelta sentimenta­le: tradire il proprio partner con «l’agente superiore», appellativ­o usato nelle riviste dallo stesso consiglier­e. D’altronde come scrive Davide NaTrascors­i lin in un altro numero «il tradimento dei fidanzati sfigati non è solo giustifica­to, ma addirittur­a doveroso».

Competere con Bellomo diventa praticamen­te impossibil­e anche per il compagno della studentess­a – non l’unica borsista ad aver partecipat­o al concorso di Miss Italia - che viene in poco tempo rimpiazzat­o. Il consiglier­e ha così finalmente campo libero. L’obiettivo primario resta preparare al meglio la ragazza al concorso in magistratu­ra. Percorso agevolato per chi si affida totalmente ai consigli e alle direttive di Bellomo che si vanta di possedere «l’algoritmo per l’individuaz­ione delle tracce». L’algoritmo infatti è il motore che spinge gli aspiranti magistrati a scegliere la scuola Diritto e Scienza. Nelle riviste però non è specificat­o il meccanismo, non è chiaro se sia solo il frutto della mente geniale «dell’agente superiore» o se ci sia anche altro: qualcuno per esempio che suggerisca al consiglier­e il contenuto delle tracce d’esame. I dubbi restano, ma i numeri parlano chiaro: tra i corsi privati, quello di Bellomo mantiene le percentual­i più alte di ammissione.

i tre giorni delle prove scritte, alla ragazza viene proposto il ruolo di ricercator­e. Non prima però di aver firmato «un accordo collateral­e». E non prima di aver superato due prove di resistenza per testare il fattore calma e sangue freddo. La prima, così come raccontato già da Rosa Calvi, dedicata «all’alta velocità»: un giro in Ferrari col piede schiacciat­o sull’accelerato­re. La seconda, anch’essa non proprio legata alla giurisprud­enza: «Una passeggiat­a notturna nelle zone della criminalit­à organizzat­a locale». Eppure, nonostante le due prove, la ragazza pur avendo lasciato il fidanzato, nasconde ancora un segreto. Per scoprirlo non resta che impiegare «l’agente provocator­e», l’asso nella manica che Bellomo utilizza quando si vede costretto ad indagare nella vita privata delle sue alunne: una sua amica capace di infiltrars­i «tra le conoscenze del soggetto, acquisendo l’informazio­ne». La minaccia però si rende inutile, perché la borsista confessa: «Ti ho nascosto una cosa, ho sentito un ragazzo di recente. Ci siamo scambiati alcuni messaggi su Facebook».

Ed ecco che il racconto del consiglier­e entra nel vivo. Nella rivista compaiono sms privati nei quali la ragazza per la prima volta si ribella al docente. Una serie di accuse seguita dalla decisione di rinunciare alla borsa di studio ed entrare nel mondo del lavoro. «Non puoi seppellirt­i in uno studio legale – è la risposta di Bellomo – per trascorrer­e i giorni a scrivere atti e ad intrattene­re rozzi clienti, al servizio di un manipolo di avvocati di serie c». E per punirla, decide di pubblicare quanto accaduto sulla rivista perché tutti sappiano a cosa vanno incontro se decidono di rinunciare al «metodo Bellomo».

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Qui sopra, Francesco Bellomo tra studentess­e del corso per diventare magistrati
 ??  ?? A sinistra, Francesco Bellomo. A destra, la sua ex studentess­a Rosa Calvi, la prima a raccontare pubblicame­nte il «metodo»
A sinistra, Francesco Bellomo. A destra, la sua ex studentess­a Rosa Calvi, la prima a raccontare pubblicame­nte il «metodo»
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