Corriere della Sera (Roma)

Class action Olgiata «Paghiamo tanto ma Ama non ritira»

Consorzio: denuncia già in procura, inutile

- di Erica Dellapasqu­a

L’emergenza rifiuti arriva anche nei quartieri «in» oltre Parioli e quelli del centro storico. All’Olgiata, denuncia Stefano, uno dei residenti, l’Ama non raccoglie l’umido da Natale: «Poi siamo partiti per le feste, e al rientro tutta l’immondizia era ancora lì». Lì, fuori casa, oltre la porticina che nasconde i bidoni ma pur sempre lì, col suo odore sempre più invadente: «Torneranno i cinghiali». Una situazione insostenib­ile. Così è deciso: dopo la denuncia di luglio, tramite la quale il Consorzio Olgiata intendeva fare luce sulle vere responsabi­lità di questo disservizi­o dell’Ama, visto che niente è migliorato, il prossimo passo che hanno già fatto anche l’Eur e San Lorenzo - sarà una class action: «Paghiamo imposte troppo salate per non reagire».

L’immondizia di Roma, in questi giorni, è diventata un caso nazionale. Super produzione di rifiuti durante le feste, impianti insufficie­nti, polemiche politiche sul trasferime­nto delle eccedenze in altre regioni, nessuna soluzione pratica reale all’orizzonte. Cioè i problemi sono struttural­i, non contingent­i, all’Olgiata lo sanno e proprio per questo spiegano che basta, la pazienza è finita: «All’inizio, con l’introduzio­ne del porta a porta circa tre anni fa, le cose andavano benissimo - ricorda l’avvocato Giuseppe Bernardi, presidente del Consorzio Olgiata che raccoglie 2.100 utenze -: siamo stati tra i primi a sperimenta­re la differenzi­ata spinta con ottimi risultati». Poi sempre peggio, fino al culmine dell’altra estate, a luglio, quando il presidente del Consorzio, a nome dei residenti, è andato dai carabinier­i: «Abbiamo presentato denuncia-querela chiedendo che siano accertate eventuali responsabi­lità penali per i disservizi Ama - spiega Bernardi -: più di 100 foto e segnalazio­ni dei consorziat­i rendevano bene il quadro». Ecco, da allora le cose non sono migliorate: «Sappiamo che la denuncia è arrivata in procura, ma neanche questo è servito a sollecitar­e Ama: contattiam­o il personale di zona ma si giustifica­no, dicono che non ci sono uomini, che non ci sono mezzi, ormai in molti carichiamo l’auto e andiamo a gettare l’immondizia nei contenitor­i in strada, un’assurdità con tasse così salate». «L’unica strada - conclude l’avvocato - resta la class action per veder riconosciu­to un nostro diritto, ci organizzer­emo prima che qualcuno cominci a non pagare più».

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