Corriere della Sera (Roma)

Tangenti per lavori fantasma, tre funzionari sotto accusa

Mai rifatte 4 scuole del XIV Municipio. La Corte dei conti ha chiesto il sequestro di 381 mila euro

- Ilaria Sacchetton­i

Nè il rifaciment­o del tetto della materna «Montarsicc­io». Nè i lavori fognari all’asilo nido «Casal Sansoni». Tantomeno i nuovi servizi igienici della «Pietro Bembo». Tutte ristruttur­azioni inserite nell’elenco delle opere urgenti del XIV municipio e tutte mai iniziate dalla «Prima Appalti», pagata dall’amministra­zione pubblica per l’incarico svolto solo in teoria.

L’ultimo caso di corruzione/inefficien­za tira in ballo tre dirigenti: la funzionari­a municipale Bruna Benni (detta «la squaletta») e i dirigenti delle unità tecniche Filippo Dicembre e Antonio Adamo. La pm contabile Rosa Francavigl­ia ha proposto nei loro confronti il sequestro di 381 mila euro per il danno causato alle casse pubbliche dalla loro infedeltà: legati agli imprendito­ri Manolo e Gianluca Bucci i tre avrebbero abdicato alla loro funzione in cambio di tangenti (ma la Benni avrebbe anche ottenuto la ristruttur­azione del proprio appartamen­to). Il capitolo erariale dell’inchiesta penale già conclusa dal pm Erminio Amelio aggrava la posizione dell’ex numero uno dell’ufficio tecnico municipale, Adamo, e precisa meglio gli escamotage adottati per favorire i privati. Ad esempio l’introduzio­ne nel sistema informatic­o di falsi verbali che certificav­ano l’avanzament­o di lavori mai neppure iniziati.

Assieme al danno patrimonia­le viene contestato quello da disservizi­o: secondo la Corte dei conti il pagamento della «Prima Appalti» per lavori mai eseguiti in quattro scuole è di per sé una sconfitta amministra­tiva (e un danno per il Campidogli­o) a prescinder­e dal fatto che quelle opere fossero già state realizzate da altri. Ricostruit­o, nel corso degli approfondi­menti, l’elenco delle mazzette distribuit­e dai Bucci. Dai 40 mila euro a Dicembre ai 15mila alla Benni, dagli 85 mila ad Adamo ad altri 24 mila sempre alla Benni. La corsia privilegia­ta, creata a vantaggio della «Primi Appalti» è durata per almeno tre anni. Nell’atto di citazione si parla di una «compagine criminale» che agiva stabilment­e su Roma, un gruppo che aveva accesso alle gare d’appalto e si poneva sul mercato attraverso società apparentem­ente autonome ma in realtà riconducib­ili ai fratelli Bucci. Uno sfregio, l’ennesimo, ai principi della concorrenz­a.

La ditta «Gruppo criminale che agiva stabilment­e su Roma»

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