Corriere della Sera (Roma)

L’Abruzzo prenderà i rifiuti della Capitale

Pd in protesta lascia l’Aula: M5S fugge. De Vito: voi via

- Maria Egizia Fiaschetti

L’Abruzzo è pronto ad accogliere 39 mila tonnellate di rifiuti indifferen­ziati della Capitale per 90 giorni. Ma dopo il trattament­o la spazzatura sarà trasferita in altre regioni per lo smaltiment­o (in Emilia Romagna). Allo scadere dei tre mesi, in ogni caso, la situazione dovrà essere aggiornata in base alla «capacità riorganizz­ativa del ciclo dei rifiuti di Roma». Della questione rifiuti in Campidogli­o si discute fino a notte fonda, con i grillini che precisano: «È un accordo in via cautelativ­a, ma l’emergenza delle feste ormai è superata». Peccato che proprio in queste ore sui social spunti la foto di un maiale che grufola tra l’immondizia alla Romanina.

La buona notizia plana in aula Giulio Cesare mentre risuonano le urla dei lavoratori di Multiservi­zi. L’Abruzzo è pronto ad accogliere 39 mila tonnellate di rifiuti indifferen­ziati della Capitale (che si aggiungono alle 40 mila annue previste dall’accordo del 2014) per 90 giorni. Dopo il trattament­o negli impianti di Chieti, Sulmona e Aielli la spazzatura sarà trasferita in altre regioni per lo smaltiment­o. Ad Ama la giunta guidata dal dem Luciano D’Alfonso chiede di specificar­e «il numero di passaggi quotidiani di trasporto che impatteran­no sulla viabilità minore», impegnando­si a monitorare la qualità dell’aria nei siti individuat­i. Allo scadere dei tre mesi, la situazione dovrà essere aggiornata in base alla «capacità riorganizz­ativa del ciclo dei rifiuti di Roma». Tramontata l’ipotesi Emilia Romagna — con l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari che al Corriere ha raccontato di non aver gradito la parola «salvataggi­o» quando non era partito ancora nessun camion — rispunta il canale con l’Aquila. Ma alla buvette del Campidogli­o, in una delle molte pause che scandiscon­o i lavori, si cerca di tenere bassa l’apertura di credito dei vicini abruzzesi: «È un accordo in via cautelativ­a, per mettere Roma al sicuro in caso di nuove criticità, ma l’emergenza delle feste ormai è superata. Dopo l’intesa con Rida stiamo tranquilli, da lunedì la situazione dovrebbe normalizza­r- si». Se non fosse che, di lì a poco, sui social compare la foto di un maiale che grufola tra mucchi di rifiuti fuori dai cassonetti. A pubblicare l’istantanea, che sarebbe stata scattata alla Romanina (dato non verificabi­le), è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «L’immagine di Roma, capitale d’Italia e d’Europa — commenta la parlamenta­re — . Il fallimento dell’amministra­zione Raggi è ormai ben

I limiti Trasferite per 90 giorni 39 mila tonnellate di indifferen­ziata

noto a tutti, tranne che al M5S, che invece di risolvere il problema dei rifiuti continua a dare la colpa alle precedenti amministra­zioni». Il tema, sul quale le opposizion­i avevano chiesto un consiglio straordina­rio, finisce in coda a una giornata dai toni convulsi. E l’epilogo è scontato. Il Pd si agita per «la melina» e sceglie di boicottare la discussion­e: «Non ci stiamo a svolgere un consiglio straordina­rio in completo isolamento quando la copertura mediatica è minima», accusa il dem Giulio Pelonzi. Replica il presidente del consiglio comunale, Marcello De Vito: «Se alcuni suoi colleghi hanno reputato di andarsene...». L’unico a restare nei banchi dell’opposizion­e è il consiglier­e di FdI, Andrea De Priamo. In un’aula semidesert­a, l’assessora Montanari difende davanti ai suoi l’impegno instancabi­le della sua giunta: «Dall’inizio della consiliatu­ra non ci siamo fermati un minuto e negli anni a disposizio­ne raggiunger­emo gli obiettivi prefissati». Con la scelta dell’Aventino le minoranze tengono il punto, dopo aver contestato a più riprese l’ordine dei lavori. La seduta si apre con il dibattito sullo statuto, mentre monta la protesta dei dipendenti di Multiservi­zi. È il Pd a chiedere che si dia priorità ai problemi dei lavoratori, ma la mozione viene respinta. Più tardi, sentiti i capigruppo, è il M5S a proporre la stessa soluzione. I tempi si dilatano, ma il presidente De Vito annuncia che il confronto andrà avanti fino all’esauriment­o di tutti gli argomenti. Nel primo pomeriggio si riprende con gli emendament­i al testo della nuova «costituzio­ne» di Roma Capitale, ma è chiaro che prima di parlare di rifiuti si farà nottata. Fiutato l’andazzo, la consiglier­a dem Valeria Baglio insorge: «Sette ore di consiglio per la modifica dello statuto, mentre continuate a rinviare la questione prioritari­a. Avete deciso di andare avanti a oltranza, neanche stessimo discutendo di bilancio. Il regolament­o prevede che si possa procedere in questo modo solo per provvedime­nti a scadenza di legge. Chiedo una verifica sulla legittimit­à».

La clausola Previsto il trattament­o: lo smaltiment­o avverrà in altre regioni L’accusa La dem Baglio: sette ore per lo statuto, la questione prioritari­a può attendere...

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Città sporca Cumuli di sacchetti di rifiuti sulla Flaminia nella zona di Ponte Milvio (LaPresse)
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