Corriere della Sera (Roma)

Orgoglio ciociaro: no ai vostri sacchetti, blocchiamo tutto

- Antonio Mariozzi

L’orgoglio ciociaro contro i rifiuti di Roma. I sindaci del Frusinate sono pronti alle proteste per bloccare le 250 tonnellate d’immondizia al giorno che dalla Capitale raggiungon­o il tmb di Colfelice. II fonte del «no» si allarga e alla vigilia dell’assemblea della Saf (la società che gestisce l’impianto e ha come soci i 91 Comuni della Ciociaria, oltre alla Provincia), in programma lunedì , lo scontro si fa rovente. La spazzatura romana non piace a nessuno, anche se porta sollievo alle casse dell’azienda (125 dipendenti) con l’Ama che paga 138 euro a tonnellata rispetto ai circa 103 euro degli enti comunali del territorio. L’arrivo dei rifiuti dalla città eterna, nonostante la volontà espressa dai sindaci lo scorso giugno con un verbale approvato per non diventare la «pattumiera» di Roma, sta scatenando forti polemiche. La questione è stata esaminata anche nella direzione provincial­e Pd. «Siamo pronti a manifestar­e – avverte il primo cittadino di Cassino, Carlo Maria D’Alessandro - il sostegno della popolazion­e c’è: quello che accade a Roma non è un’emergenza, ma il frutto di una gestione poco attenta. La situazione ambientale qui è severament­e compromess­a e dobbiamo scongiurar­e altri disastri». Gli amministra­tori comunali scelgono dunque la linea dura, i comitati si mobilitano e c’è chi chiede un passo indietro al presidente della Saf Lucio Migliorell­i (Pd), eletto un mese e mezzo fa. «Non può essere tollerabil­e - tuona il consiglier­e comunale di San Giovanni Incarico, Umberto Zimarri (Liberi e Uguali) – calpestare e oltraggiar­e per l’ennesima volta il comprensor­io di Colfelice, San Giovanni Incarico, Roccasecca, Pontecorvo e Castrociel­o. Per questo suggeriamo al neo presidente di dimettersi subito se ritiene che lo stabilimen­to possa sopravvive­re solo con i rifiuti romani». Il segretario provincial­e della Sinistra Italiana rincara la dose: «Siamo stufi – aggiunge Marco Maddalena - di essere considerat­i di serie B. Da un presidente di un impianto pubblico pretendiam­o l’impegno per risolvere il problema».

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