Corriere della Sera (Roma)

Operai vicini al licenziame­nto, coro in Comune: buffoni, buffoni

- M. E. F.

La spina nel fianco di Multiservi­zi, la società di secondo livello partecipat­a al 51% da Ama, inizia a pungere dal primo mattino. Assistono alla seduta, i lavoratori in mobilità che rischiano il licenziame­nto. Dalle poltrone riservate al pubblico urlano: «Buffoni, buffoni». La protesta deflagra al punto che il presidente dell’aula, Marcello De Vito, chiede ai vigili di identifica­re chi urla insulti all’indirizzo della maggioranz­a. La reazione: «Ci diano pure il Daspo, da qui non ce ne andiamo». La consiglier­a dem Giulia Tempesta interviene in loro difesa e lancia una provocazio­ne: «Prendano i nostri, di nomi». Quando il clima si fa incandesce­nte, il Pd chiede di interrompe­re il dibattito sulla riforma dello statuto comunale, per dare la precedenza ai lavoratori. La maggioranz­a boccia la mozione, salvo convocare poco dopo i capigruppo e proporre la stessa soluzione. A prendere la parola è l’assessore alle Partecipat­e, Alessandro Gennaro, subentrato all’imprendito­re veneto Massimo Colomban: «A fine settembre avevamo dato indicazion­e di non procedere con azioni che potessero pregiudica­re i livelli occupazion­ali, poi si è aperto il caso di specie. C’è stata l’indicazion­e da noi inviata il 7 dicembre, che doveva trovare concretizz­azione nel Cda di ieri (mercoledì, ndr) e noi oggi agiamo». Ma a riaccender­e il malumore è il passaggio nel quale annuncia di voler fissare un incontro «per acquisire tutte le informazio­ni necessarie». Dalle opposizion­i, tra i più duri il consiglier­e Alessandro Onorato (lista Marchini) piovono strali. Tallonata, la maggioranz­a presenta un ordine del giorno approvato all’unanimità che impegna la sindaca e gli assessori competenti «affinché la società Ama provveda alla convocazio­ne urgente dell’assemblea dei soci di Roma Multiservi­zi per assegnare il ruolo di amministra­tore delegato in capo al socio di maggioranz­a (il Campidogli­o) e a porre in essere ogni soluzione possibile volta alla salvaguard­ia dei livelli occupazion­ali, anche con riferiment­o alle procedure di mobilità collettiva in essere». La decisione arriva dopo che nel Cda di mercoledì l’azienda non ha revocato la procedura di mobilità per 30 lavoratori. Rimane il nodo della gara a doppio oggetto per la newco mista pubblico-privata alla quale affidare l’appalto: sospesa dopo non aver superato l’esame dell’Antitrust.

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Multiservi­zi Protesta in aula dei dipendenti (LaPresse)

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