Abusi sessuali al liceo «Massimo» L’ultimo messaggio incastra il prof
«Ciao amore, scusami», indirizzato alla quindicenne
«Ciao amore mio, scusami». È l’ultimo messaggio inviato da Massimo De Angelis, prof di italiano e vice preside delle medie all’esclusivo liceo Massimo dell’Eur, alla quindicenne che per due mesi ha subìto da lui abusi sessuali in un’aula usata per le lezioni di riparazione. A intercettarlo è stato prima di Natale il padre della minorenne e ora incastra l’insegnante, arrestato ieri dalla polizia per violenza sessuale aggravata. De Angelis si trova a Regina Coeli in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip. Ma gli agenti del commissariato Viminale indagano per ricostruire la vicenda, analizzando telefonini e pc del prof e della studentessa, che cancellava tutti i messaggi che il cinquantenne le inviava. Intanto il Massimo ha annunciato un’indagine disciplinare e la costituzione parte civile dell’istituto contro il vice preside.
«Insegna qui da 25 anni. Tutto questo sembra assurdo. Quel professore lo hanno consigliato ai genitori della ragazza proprio perché non solo è bravo, ma è anche ritenuto una persona affidabile». Sorpresa, sconcerto, indignazione. Lo storico liceo Massimo dell’Eur - dove hanno studiato personaggi famosi come il presidente della Bce Mario Draghi e l’ex sindaco Francesco Rutelli - è sotto choc. Ma i vertici dell’istituto sono anche pronti a prendere iniziative contro Massimo De Angelis, l’insegnante di italiano e latino, e vice preside, di 53 anni arrestato ieri dalla polizia per violenza sessuale su un’alunna quindicenne alla quale dava ripetizioni in un’aula delle medie, sempre all’interno del plesso scolastico di via Massimiliano Massimo.
«Sono fatti che l’istituto ignorava, ci costituiremo parte civile in un eventuale processo», spiegano dal liceo dove è stato aperto un procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante. Ma le indagini del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, proseguono per accertare se ci siano state altre vittime di abusi sessuali a scuola. In particolare la polizia postale esaminerà nelle prossime settimane il telefonino della studentessa e anche quello del suo professore, oltre al pc di quest’ultimo, per ricostruire la rete di messaggi che i due si sono scambiati negli ultimi due mesi e mezzo sulla piattaforma Whatsapp, tenendo conto che la ragazza li cancellava sempre e che per questo ci vorrà tempo prima di poterli recuperare. Nell’ultimo, intercettato dal padre della giovane, c’era scritto «Buonanotte amore, scusa». Quando gli agenti della squadra di polizia giudiziaria del commissariato si sono presentati a casa del prof - dove vive con la compagna e il figlio -, lui ha ammesso di aver avuto rapporti intimi con la minorenne. Poi è stato condotto a Regina Coeli in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento di arresto davanti al gip. La quindicenne è stata sentita in audizione protetta in procura prima di Natale. Agli inquirenti ha raccontato l’approccio che il prof ha avuto con lei fin dalle prime lezioni pomeridiane in quell’aula defilata rispetto alle altre. Prima battute, poi una sorta di feeling, come è emerso dalle indagini, che è infine sfociato in violenza sessuale.