Campidoglio, dieci assolti: ok all’appalto per le mense
Tutti assolti, la gestione delle mense dei poveri non fu uno scandalo: pur in assenza di una gara europea, il costo del servizio non determinò un danno erariale per il Campidoglio.
L’inchiesta della Corte dei conti, coordinata dal pm contabile Guido Patti, aveva ipotizzato una serie di anomalie da parte del Campidoglio nell’assegnazione del servizio mense tra il 2011 e il 2015, tradizionalmente gestito dalle associazioni di punta del mondo del volontariato romano, tra queste la Caritas, Sant’Egidio, l’Esercito della salvezza.
Anzitutto, l’aggiudicazione dell’appalto, avvenuta senza una gara europea come invece - secondo l’accusa - la normativa avrebbe imposto. Secondariamente, i costi, che in assenza di concorrenza avrebbero appunto determinato un danno per il Comune stimato in circa 9 milioni di euro. Tesi ribaltate con la sentenza di assoluzione che ha scagionato i dieci funzionari comunali indagati.
Sul tema della gara la Corte dei conti richiama anche altre sentenze, che «pur evidenziando la disparità di trattamento tra le imprese operanti sul mercato che si viene a creare per effetto dell’affidamento diretto di un servizio in violazione delle norme comunitarie, ne hanno giustificato il ricorso qualora lo stesso affidamento diretto in convenzione ad associazioni senza scopo di lucro contribuisca alla finalità sociale e al conseguimento degli obiettivi di solidarietà ed efficienza di bilancio».
Sull’aspetto economico, invece, nella decisione si rileva che il prezzo applicato (3,95 euro, il costo di un pasto) è stato più basso di quello indicato per servizi analoghi, per esempio per le mense scolastiche, e comunque inferiore a quanto stabilito nella gara del 2016 proprio per «l’affidamento della gestione del servizio di mensa sociale in favore di persone disagiate», in cui come base d’asta era stata indicata la cifra di 5,50 euro. Perciò, per la Corte, nessun danno.