«Quel prof? Severo, mai sospetti»
«Apparentemente era alla mano, giusto, apprezzato dai ragazzi». I consigli per scoprire «segni inconsueti» Studenti e genitori del Massimo sotto choc a causa dell’arresto per violenza sessuale di De Angelis
Studenti e genitori del liceo Massimo all’Eur sono sotto choc dopo l’arresto del professor Massimo De Angelis per violenza sessuale. L’insegnante sembrava «severo» e aveva «una personalità carismatica», ma nessuno ha mai sospettato abusi. I consigli della poliziotta Giorgia Minotti, esperta di psicologia, «per capire le violenze anche dai piccoli segni inconsueti».
Un prof «dalla personalità carismatica», mai una voce o un sospetto su di lui. Lo ripetono studenti e genitori del prestigioso Istituto Massimo dell’Eur. Almeno quei pochi che scelgono di infrangere il muro di silenzio in cui si è avvolta la storica scuola dei Gesuiti della Capitale, creata per formare i «leader di domani». Da Luca Cordero di Montezemolo a Mario Draghi a Francesco Rutelli, è infinita la lista dei nomi di pregio che hanno studiato nell’ampio istituto circondato dal verde con annessa chiesa interna. Una roccaforte auto-sufficiente, accanto nessun negozio o bar, nessuna distrazione, un micro-mondo che tuttavia si apre alla città anche grazie all’auditorium adiacente, ricco di eventi e iniziative.
Adesso però la torre d’avorio è scossa nelle fondamenta da uno scandalo che molti faticano ad accettare. È quasi un unico coro quello che ribadisce l’incredulità di fronte all’accusa di violenza sessuale rivolta a Massimo De Angelis, docente di italiano e latino. Un quarto di secolo a insegnare alle famiglie dell’Eur e di mezza città, benvoluto e conteso, come docente, anche dai genitori. «Siamo tutti un po’ choccati, è una cosa che nessuno di noi avrebbe mai sospettato. Parliamo di un professore integerrimo, severo ma giusto, alla mano, apprezzato dai ragazzi», sottolinea un papà con una figlia della stessa età della giovane vittima. È lo scetticismo a regnare, insieme al garantismo. «Se sia vero si vedrà, aspettiamo le indagini, sembra impossibile che possa aver fatto cose così gravi, forse un momento di follia….», tenta di cercare una spiegazione alle violenze un altro genitore. «Mio figlio l’ha saputo tramite una serie di messaggi su whatsApp – commenta una mamma, come gli altri poche parole e via di corsa dentro l’istituto blindato -. È rimasto sconvolto, continuava a ripetere che non era possibile, che non poteva riguardare quel prof così buono».
Sui volti dei genitori lo stesso interrogativo angosciante: e se fosse successo a mia figlia? E poi, altrettanto compatti, tutti assolutamente unanimi nella difesa della scuola, della sua eccellenza, dell’assenza di responsabilità per abusi che - secondo le indagini - si sarebbero perpetrati tra le storiche mura. «La cosa incredibile è che sia successo proprio qui al Massimo, l’istituto è parte lesa in questa triste vicenda in cui la prima vittima è la ragazza, poi la sua
Ex alunno «La scuola non c’entra, è parte lesa»
famiglia ma anche la scuola», concorda Bruno Brancati, genitore nonché membro dell’altrettanto autorevole associazione degli ex alunni (la Exalmassimo) che ha espresso vicinanza all’istituto, «al rettore, ai Padri gesuiti, ai ragazzi, ai professori e alle famiglie», ribadendo che «anche dove fosse accertato l’errore di un singolo professore, non va infangata la realtà della scuola».
Gli studenti hanno ancora meno voglia di parlare. Bocche cucite, «ci hanno detto di non commentare», sussurrano all’uscita dall’istituto. Visi puliti, ragazzi della Roma bene, corrono verso nonni e autobus. Sono addirittura seguiti e allontanati dal cortile esterno da due «bodyguard», per di impedirgli di parlare, magari di rivolgere un pensiero a un’amica che soffre, alla vittima che non viene mai citata. «Vanno tutelati, meglio lasciarli in pace»: cerca di spiegare così il muro di gomma una delle poche mamme che si dice preoccupata e vuole chiarezza sulla vicenda. «Siamo sconvolti, da lui non ce l’aspettavamo», dicono a più riprese gli alunni; tra loro alcuni compagni di classe della quindicenne molestata: «Non aveva detto nulla, almeno non a noi». «Era amichevole… del resto è un uomo…», sentenziano amare due adolescenti, senza raccontare però eventuali comportamenti anomali del professore tanto apprezzato. «Abbiamo preparato un comunicato ufficiale - fanno sapere gli studenti del quinto anno del liceo classico – ma deve approvarlo la dirigenza».