Liceo Virgilio, altro crollo del tetto
Alunna di 15 anni colpita alla testa da una tegola volata via
A ottobre È caduto un solaio in un’ala dell’istituto inutilizzata
È bastato un colpo di vento violento a far cedere, ancora una volta, una parte del tetto del liceo Virgilio, già ferito a ottobre dal crollo di un solaio in un’ala fortunatamente inutilizzata dell’istituto.
Quattro mesi fa nessuna vittima. Mentre ieri, all’uscita di scuola, una tegola è caduta colpendo una ragazza di 15 anni, studentessa del secondo anno del linguistico, procurandole una ferita alla testa. Immediato l’intervento del 118 e la corsa in codice giallo al vicino ospedale Bambino Gesù, dove i medici hanno suturato il taglio e dimesso la studentessa. «Poteva andare molto peggio», assicura una compagna di classe: «C’era un forte vento, il palazzo è antico. È successo all’improvviso, io ero accanto a lei e sono stata colpita a un braccio, ma nulla di rotto. Lei invece ha iniziato a sanguinare e si è sentita svenire. Per fortuna i soccorsi sono arrivati subito”.
La ragazza ora sta meglio ma dovrà a stare a riposo qualche giorno. Mentre al Virgilio si torna a discutere di sicurezza e, certo, non fa piacere dover riconoscere che gli studenti avevano già lanciato l’allarme tre mesi fa.
«La scuola non è sicura, bisogna intervenire. Rivendichiamo il diritto di studiare in strutture adeguate – avvertiva il Collettivo autorganizzato – sottoposte a regolari controlli di agibilità». E lo ripetono adesso con un post su Facebook: «Non si può frequentare una scuola con il rischio di farsi male ogni giorno: vogliamo scuole sicure subito!».
Qualcuno di loro fa notare «l’ironia», si fa per dire, della scelta della direzione scolastica di spostare l’uscita dal portone di via Giulia a quello su lungotevere dei Tebaldi (oggi transennato) proprio per motivi di sicurezza. «A ottobre dicevano che fosse crollato l’edificio più vecchio – racconta uno studente – e dunque che l’ingresso di via Giulia fosse a rischio. Ora come giustificheranno il crollo del tetto dell’edificio più nuovo? Con quale spirito torniamo a usare l’ingresso di via Giulia sapendo che nulla è cambiato?». Studenti infuriati ma anche genitori e professori, che fanno fronte comune e chiedono alle autorità competenti di agire: «Non si può più aspettare».