Caceres e Nani, la Lazio profuma di Champions Il difensore: gioco ovunque
C’è un aspetto curioso, ma forse non casuale, nell’arrivo di Caceres alla Lazio: è il secondo biancoceleste, oltre a Nani, ad avere vinto la Champions. L’ha conquistata nel 2009, quando era un ragazzino di ventidue anni, con un grande Barcellona: quello di Messi e Henry, Eto’o e Iniesta, Xavi e Piqué. L’allenatore? Guardiola.
Lui, in quella squadra fenomenale, non era un titolare, però giocava, a testimonianza delle sue qualità: mise insieme 23 presenze, 3 delle quali proprio in Champions (due da titolare), e non sono poche se consideriamo il livello del gruppo e la sua giovane età. Nella finale il Barcellona sfidò e batté il Manchester United, che la Champions l’aveva vinta l’anno precedente. Caceres era in panchina, felice come un bambino nel paese dei balocchi; seduto sull’altra panchina, pure lui tra le riserve, c’era – guarda caso – proprio Nani, che dodici mesi prima era stato protagonista della trionfale finale contro il Chelsea subentrando a gara in corso.
Ultimo aspetto da sottolineare, e che forse indica quale fosse il destino di Caceres: Barcellona-United si giocò a Roma.
Dicevamo che l’ingaggio di Caceres, campione d’Europa, forse non è casuale. In effetti con lui la Lazio aumenta di parecchio la sua esperienza internazionale, inserendo un vincente: il passato dei singoli può pesare molto nella corsa per entrare nei primi quattro posti. Anche perché adesso la squadra di Inzaghi è quella che, in serie A, ha il maggior numero di calciatori che hanno conquistato la Champions: due appunto, come la Juve.
Tra i bianconeri ad aggiudicarsi il trofeo più importante sono stati Mandzukic (con il Bayern nel 2013) e Khedira (con il Real nel 2014). Le concorrenti – Napoli, Inter, Roma – non hanno un patrimonio del genere. Caceres si propone per un posto da titolare già nella prossima partita, contro il Chievo. Dice che per lui «il ruolo non è un problema, perché in difesa li ricopro tutti: in nazionale gioco terzino, nei club centrale, a tre oppure a quattro, a destra ma anche a sinistra». Perciò Inzaghi potrà decidere lo schieramento che ritiene più adatto sfruttando anche questa sua duttilità, che lo può far diventare il vice-Radu (è squalificato) oppure un concorrente per Bastos (se Wallace va a sinistra).
È abituato a giocarsi il posto: alla Juve – dove ha vinto cinque scudetti, a proposito di carattere da vincente – se lo contendeva con Barzagli, Bonucci, Chiellini. Tutti campioni. Ai quali, però, manca la sua Champions.