MURO TORTO, UN INCUBO URBANO OGNI GIORNO SI RISCHIANO VITE
Caro Conti, sono il titolare anziano di una minicar. Ho 75 anni, per scelta ho preso una piccola vettura elettrica per parcheggiare rapidamente e poter attraversare il centro, non inquinando. Quasi tutti i giorni percorro quel circuito infernale che è il Muro Torto e l’asse dei sottopassaggi. Ho letto tante cronache di incidenti sulle vostre pagine romane. E ogni giorno assisto a veri e propri attentati alla sicurezza stradale: potenziali assassini su due e quattro ruote che corrono come pazzi anche a 120, si tagliano la strada, si minacciano. Mai un poliziotto o un vigile. Solo dopo le catastrofi. Perché? Alessandro Mariani
Il Muro Torto è un incubo per chiunque tenti di rispettare il codice della strada e i limiti di velocità. Percorrerlo mi terrorizza, volutamente mi tengo sulla destra col mio scooter un po’ vecchiotto e lascio che altri rischino letteralmente l’incolumità. Certo, un/a esponente delle forze dell’ordine con qualsiasi divisa addosso all’ingresso e all’uscita del Muro nelle ore di punta potrebbe funzionare come deterrente. Ma Roma, lo abbiamo scritto centinaia di volte, detesta la prevenzione e adora le emergenze. Abbiamo visto tante volte il Muro Torto chiuso dopo gli incidenti. Mai una campagna di dissuasione: alla romana, insomma. pconti@corriere.it