Corriere della Sera (Roma)

Valentina Parisse voce soul e disco: «Sarà bellissimo»

Stasera sul palco del live club ’Na Cosetta il concerto della cantautric­e romana

- di Natalia Distefano

Da Roma verso il mondo e ritorno, sognando Joni Mitchell. In valigia la sua voce, nel cuore il mito della cantante di «Big yellow taxi», così Valentina Parisse ha lasciato l’italia giovanissi­ma per inseguire un sogno che, in realtà, era un destino: la musica. E ora che è tornata a casa, mentre ha in serbo il nuovo album, regala un live stasera al club del Pigneto ‘Na Cosetta.

Sul palco porta le canzoni dei suoi ultimi lavori e le cover che l’hanno consacrata al suo pubblico. Si parte da quelle tenute in tasca quando, appena diciottenn­e, sceglie il Canada per lavorare e studiare, calcando molti palchi prima di mettere a segno il suo album d’esordio: «Vagabond» (2011). Un debutto per nulla in sordina, prodotto da Steve Galante (Andrea Bocelli, Randy Crawford, GinoVannel­li, Dee Dee Bridgewate­r), che sbarca in Inghilterr­a per la masterizza­zione - affidata a Mazen Murad (Robbie Williams, Duffy, Skunk Anansie) nei Metropolis Studios di Londra - prima di approdare in Italia.

Il risultato ha complessiv­amente un sapore Motown, difficile però da etichettar­e, perché il talento di Parisse sembra da subito una calamita capace di catalizzar­e, smontare e riassembla­re in chiave personale ogni sfumatura del soul, dalle atmosfere più intime alle sonorità pop, riuscendo a sciogliere nelle sue corde vocali anche generi altrimenti distanti tra loro. Nella scaletta che ogni fan si aspetta stasera c’è il primo singolo «Feel like runnin’», amatissimo in Brasile (dove si è guadagnato un posto nella chart dei As 100 Mais – Le Migliori Cento Canzoni del Mondo di Antena 1). Poi «That’s the way it goes», brano che a soli due giorni dalla sua uscita ha conquistat­o l’airplay in molti network italiani e vanta lo zampino di Phil Palmer (storico musicista dei Dire Straits) segnando l’inizio di un’amicizia e collaboraz­ione tutt’oggi molto profonda. E «My baby’s gone» insieme alla canzone che dà il titolo al disco, «Vagabond». Infine le cover, come «Upside down» di Diana Ross o «Don’t Stop» dei Fleetwood Mac, diventata la colonna sonora dello spot di Eni Gas e Luce.

Dopo la svolta nel 2013 (con un concerto sold out all’Auditorium nel quale per la prima volta si è presentata con i suoi brani in italiano), il passo definitivo verso il rientro sui palcosceni­ci nostrani è stato sancito con il brano «Sarà bellissimo»: prodotto da Phil Palmer, registrato e missato a Londra da Tim Weidner nei Sarm Recording Studios di Trevor Horn. Poche indiscrezi­oni sul nuovo album, ma Parisse fa sapere che è sempre più Made in Italy e, soprattutt­o, che «manca poco».

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Futuro Valentina Parisse sta lavorando al nuovo album

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