PIÙ ZTL, M A SENZA BUS NON SI PUÒ
È difficile decidere se è più urticante il provvedimento annunciato dal presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefàno, di allungare di due ore la Ztl in centro, oppure la motivazione adottata affinché la giunta faccia sua la delibera di indirizzo: «Favorire la mobilità pubblica». L’idea generale che se ne ricava è che chi assume queste decisioni abbia poco chiaro il quadro d’insieme. Riepiloghiamo dunque, a beneficio di Stefàno, che l’idea di collocare la fine della Ztl alle 18 ha lo scopo, probabilmente, di consentire a chi volesse fare qualche acquisto (magari ingombrante) in centro di arrivarci una volta tanto con i propri mezzi, approfittando del fatto che gli esercizi commerciali sono ancora aperti. Ricordiamo a chi ci amministra che «favorire l’uso dei mezzi pubblici» è un nobile intento, a patto che ci sia un’offerta. Nelle zone non servite dalla metro, i mezzi di superficie dopo la chiusura delle scuole hanno una cadenza indefinita. Senza dire che spesso occorre attendere sotto pensiline fatiscenti e scarsamente illuminate. Nel mio quartiere, che non cito per non farne un caso personale, da una settimana sono spenti i lampioni di un’ampia area. Possono considerarsi queste emergenze superiori a quella, spiegata dal presidente della Mobilità, di un po’ di traffico in via Nazionale, dove spesso il traffico è rallentato da lavori per i sempre traballanti sampietrini? Coraggio, Stefàno, per capire la città basta guardarsi intorno.