«Roma, servono risorse e poteri»
Nicolò Rebecchini: il Comune sblocchi le gare (40 milioni) per Mura Aureliane, Tangenziale e Angelo Mai L’appello dei costruttori al prossimo governo: necessario completare la legge per la Capitale
«Nell’agenda del futuro governo ci deve essere la conclusione della legge su Roma Capitale». E il Comune deve «subito dare il via ai lavori con i 40 milioni di euro già stanziati». Denaro che servirà, tra l’altro, per restaurare le Mura Aureliane e l’Angelo Mai nonché per abbattere la Tangenziale. Sono le richieste di Nicolò Rebecchini, presidente dell’Acer (costruttori), per superare una crisi che rischia di paralizzare la città.
«Un progetto politico per la Capitale». «Più slancio per la macchina amministrativa». «Subito il via ai lavori con i 40 milioni di euro già stanziati». Sono questi i tre punti irrinunciabili di Nicolò Rebecchini, presidente dell’Acer, l’associazione dei costruttori romani, per il futuro prossimo della città: per superare una crisi che rischia di paralizzarla.
Mettete al primo punto un progetto politico: perché?
«In questo momento elettorale molto delicato la politica nazionale si confronta con un “terzo polo” da cui è governata Roma: così la Capitale si trova al centro di tutte le frizioni e oggetto prevalente del dibattito nazionale. Questo nuoce a noi come imprenditori e ai romani come fruitori della città. Si sta più attenti al fatto o al non fatto all’interno delle Mura Aureliane che a fare proposte fattive».
Voi avete una proposta?
«Nell’agenda del futuro governo ci deve assolutamente essere la conclusione della legge su Roma Capitale per la definizione di competenze, ruoli e risorse. Sono 10 anni che questo non avviene. Invece è necessario per arrivare a guardare alla Capitale con un occhio diverso, con un ruolo riconosciuto da tutti gli italiani. Se questo non accade la città non potrà mai assolvere al suo ruolo istituzionale».
E le opere pubbliche sono ripartite?
«Gare ce ne sono, purtroppo non si riesce ad aggiudicarle, quindi a partire con i lavori perché le commissioni di gara non si riuniscono. Sembra che il problema si stia risolvendo attraverso accordi tra il Campidoglio e i dipendenti. Speriamo che questo faccia sbloccare al più presto i cantieri per i 40 milioni di euro già stanziati per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, per l’abbattimento della Tangenziale est, il rifacimento della galleria Giovanni XXIII e la riqualificazione dell’Angelo Mai e delle Mura Aureliane».
E questo basta per sbloccare quello che avete definito l’«immobilismo» della città?
«No. Ci auguriamo che quanto prima arrivi a compimento la definizione della
Rebecchini: «Il Comune sblocchi le gare per Tangenziale, Mura Aureliane e per rifare le strade. I soldi ci sono...»
“macrostruttura” dei dirigenti nei ruoli individuati. È quanto mai necessario per ridare slancio e vitalità alla macchina amministrativa. Oggi gli stessi assessori non hanno interlocutori nei propri uffici».
Avete partecipato al tavolo del ministro Carlo Calenda al Mise: lo ritenete chiuso?
«È stato un momento importante, che ci auguriamo non concluso, per il confronto di governo, Regione e Comune con imprenditori e sindacati. Si è arrivati a un dialogo e il tavolo potrebbe essere anche più forte con la legge su “Roma Capitale”. La nostra speranza è che questo sia solo un momento di stop e possa proseguire una volta terminata la campagna elettorale».
Quale è oggi la situazione del settore delle costruzioni nel Lazio?
«Ci confrontiamo con un rallentamento. I dati della Cassa edile parlano di una flessione del 3,6% delle ore lavorate rispetto all’anno precedente. E questo significa minore occupazione e maggior disagio per le famiglie. Ma ci auguriamo che sia l’ultimo anno di flessione: i segnali di una ripresa ci possono essere sia in campo privato che pubblico».
Ci sono i soldi perché le costruzioni possano ripartire?
«I soldi tecnicamente non mancherebbero. I problema è spenderli, proprio perchè le commissioni di gara non si riuniscono».