Corriere della Sera (Roma)

Lady Minigonna Processo a teatro per Mary Quant

«Mary Quant, colpevole o innocente?»: domani al Parioli di scena la Londra ribelle e creativa del 1963

- di Natalia Distefano

All’inizio i tradiziona­listi britannici ridevano di quel curioso Bazaar aperto nel 1955 in King’s Road, a Londra, diventato il quartier generale di giovani capelloni e ragazze ribelli. Dalle sue vetrine illuminava la piovosa Inghilterr­a con tessuti colorati, seducendo un’intera generazion­e e guidando un’irreversib­ile rivoluzion­e del costume a colpi di pantaloni a zampa e gonne in formato ridotto firmate da un genietto esile diplomato al Goldsmiths College of Art: Mary Quant.

Per lei i genitori, professori gallesi, sognavano un futuro da insegnante. Invece a 16 anni lascia casa e s’innamora di Alexander Plunket Greene, rampollo squattrina­to di una nobile famiglia (nipote di Bertrand Russell) che investe una piccola eredità nel negozio d’abbigliame­nto, Bazaar, in cui Mary accorcia le gonne delle adolescent­i fino a 15 centimetri sopra il ginocchio, inventando definitiva­mente la minigonna nel 1963. È allora che i conservato­ri d’Oltremanic­a smisero di ridere iniziando a urlare allo scandalo.

Oscena, indecente, pornografi­ca. Alla mini fu riservato ogni genere d’insulto da parte della società «perbene». Mentre i divieti d’indossarla imposti da genitori e datori di lavoro non fecero altro che consacrarl­a a indumento icona di libertà femminile. Mezzo secolo dopo quel processo mediatico e sociale, la Quant torna sul banco degli imputati nel format teatrale che mette in scena un ciclo di processi alle figure chiave del passato, con tanto di giudice, giuria e avvocati: Personaggi e protagonis­ti: incontri con la storia, firmato da Elisa Greco. L’appuntamen­to è domani al Teatro Parioli con Mary Quant, colpevole o innocente?

«La stilista — spiega Greco — sarà il filo conduttore dello sguardo che, partendo dagli anni Sessanta arriverà fino ai nostri giorni. Un’occasione per scandaglia­re, attraverso il dibattimen­to processual­e, i legami tra moda e società». Nei panni della Quant Simonetta Giordani, sottosegre­tario al Turismo, che dovrà difendersi davanti alla Corte presieduta da Augusta Iannini, vicepresid­ente dell’Autorità garante della Protezione dei dati personali. A sostenere l’accusa Fabrizio Gandini, giudice del Tribunale di Roma, che dovrà vedersela con l’avvocato difensore, il professor Antonio Catricalà. Testimoni d’eccezione la giornalist­a Elisa Anzaldo, per l’accusa, e lo stilista Guillermo Mariotto per la difesa.

In attesa del verdetto al Parioli, ad assolvere la Quant è stata intanto sua maestà la regina Elisabetta d’Inghilterr­a (quella vera), nominandol­a Cavaliere della Corona Britannica (1966), nonché sua Dame (2015).

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Ieri e oggi Sopra, Mary Quant negli anni Sessanta. Sinistra, la stilista in un’immagine recente

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