Nigeriano dirotta bus diretto a Termini Terrore a bordo, poi rischia il linciaggio
Piazza dei Cinquecento, nigeriano minaccia i passeggeri con le forbici. La folla circonda il capolinea
Dal Tiburtino alla stazione Termini con un paio di forbici puntate addosso. A impugnarle un giovane i mmi interminabili grato, che gridava frasi senza senso. Alcune peraltro incomprensibili perché pronunciate in nigeriano. Ma per i passeggeri del bus della linea 649 sono stati comunque minuti di paura e tensione, fino a quando l’autista è arrivato in piazza dei Cinquecento e ha finalmente aperto le porte. Fuggi-fuggi dall’autobus, mentre sulla piazza scattava l’allarme. L’ipotesi che potesse trattarsi di qualcosa di peggio di un folle armato su un mezzo pubblico ha fatto scattare il dispositivo di sicurezza e il capolinea del 649 è stato subito circondato dalla polizia. Anche perché Marvis Obasuyi, 24 anni, non è sceso dal bus.
Il ragazzo è rimasto sul 649, sempre con le forbici in pugno, agitandole e gridando, come in preda a un raptus. A bordo era rimasto solo l’autista, al quale un collega ha cercato di dare una mano prima di allontanarsi anche lui per evitare di restare ferito.
Attimi di tensione, con i poliziotti che hanno tentato di convincere il giovane a posare la lama da sedici centimetri e scendere dal bus. Ma Obasuyi non si è mosso e ha continuato a urlare senza farsi capire. Cosa gli fosse successo è un mistero, come lo è da dove provenisse prima di salire sull’autobus che lo ha condotto a Termini. Si ritiene che abiti in uno degli edifici occupati che sorgono al Tiburtino, vicino al Raccordo anulare.
Ma oltre alla sua rabbia, al capolinea si è presto manifestata anche quella di chi fino a poco prima si trovava con lui sull'autobus. E l’ira di altre persone che hanno cominciato a insultarlo dalla strada. In poco tempo gli animi si sono surriscaldati, al punto che la polizia ha stretto il cordone attorno al 649 e ha poi deciso di salire sull’autobus per immobilizzare il ragazzo dopo averlo disarmato. Operazione non semplice, ma comunque portata a termine.
Ancora più complicato riuscire a caricare il nigeriano in macchina per portarlo al commissariato. La folla infatti era nel frattempo aumentata, fino a far temere a chi aveva in custodia il nigeriano che potesse esserci da un momento all’altro un tentativo di linciaggio. A fatica gli agenti sono riusciti a portare via il ventenne che è stato poi fermato.
Ignoti i motivi che hanno spinto il giovane a minacciare i passeggeri. L’episodio ricorda però altri fatti analoghi accaduti anche di recente, specialmente in periferia - fra Magliana, Trullo, ma anche fuori Roma - con autisti costretti perfino a cambiare percorso oppure ad aprire le porte fuori fermata per far scendere persone armate che li minacciavano o accontentare chi, sempre con la violenza, pretendeva di essere accompagnato a casa. Ma nel 2017 c’è stato anche chi - è successo nei pressi di Villa Torlonia - ha gridato frasi che hanno fatto pensare a un attentato, scatenando il panico fra chi si trovava a bordo.
I motivi Ignoti i motivi che hanno spinto il ragazzo all’azione violenta 649 la linea Atac coinvolta ieri nel dirottamento dal Tiburtino