PIÙ VIGILI PER ROMA PIÙ SICURA
Tre morti per incidenti stradali in dodici ore. E’ capitato non in uno slum del Terzo Mondo ma a Roma, Italia, Europa. È il picco di un’orrenda statistica che non si può accettare. Uno spettacolo abominevole che va in scena ogni giorno per le strade: un set reale in cui gli abusi, le prepotenze e le regole violate da chi è alla guida – come l’uso dello smartphone o la velocità eccessiva - diventano episodi di allucinante normalità.
Guardiamoci intorno: le metropoli del mondo sono sempre più protagoniste, sperimentano il futuro del pianeta e le nuove forme della competizione internazionale. Ma senza controlli, senza disciplina civica, non c’è tecnologia, non c’è futuro, non c’è «modernità» che tenga. Altro che smart city, la città intelligente. Qui siamo al suo opposto. E in questo modo - gli amministratori e gli amministrati dovrebbero rendersene conto - non potremo che perdere posizioni nel mondo.
Chi vive a Roma non può, non deve abituarsi a tre morti sulla strada in dodici ore, al rischio-vita permanente, a una giungla d’asfalto che uccide. Questa sensazione giornaliera di pericolo è resa più acuta, per contrasto, dall’estrema sicurezza messa in atto in occasione di grandi eventi e visite di Stato, come quella recente del presidente turco Erdogan. Mi chiedo: quando vedremo una manifestazione popolare e
multipartisan di piazza per avere ogni giorno vigili e forze di polizia nelle strade di Roma come in ogni altra capitale europea?