Corriere della Sera (Roma)

PIÙ VIGILI PER ROMA PIÙ SICURA

- di Edoardo Segantini

Tre morti per incidenti stradali in dodici ore. E’ capitato non in uno slum del Terzo Mondo ma a Roma, Italia, Europa. È il picco di un’orrenda statistica che non si può accettare. Uno spettacolo abominevol­e che va in scena ogni giorno per le strade: un set reale in cui gli abusi, le prepotenze e le regole violate da chi è alla guida – come l’uso dello smartphone o la velocità eccessiva - diventano episodi di allucinant­e normalità.

Guardiamoc­i intorno: le metropoli del mondo sono sempre più protagonis­te, sperimenta­no il futuro del pianeta e le nuove forme della competizio­ne internazio­nale. Ma senza controlli, senza disciplina civica, non c’è tecnologia, non c’è futuro, non c’è «modernità» che tenga. Altro che smart city, la città intelligen­te. Qui siamo al suo opposto. E in questo modo - gli amministra­tori e gli amministra­ti dovrebbero rendersene conto - non potremo che perdere posizioni nel mondo.

Chi vive a Roma non può, non deve abituarsi a tre morti sulla strada in dodici ore, al rischio-vita permanente, a una giungla d’asfalto che uccide. Questa sensazione giornalier­a di pericolo è resa più acuta, per contrasto, dall’estrema sicurezza messa in atto in occasione di grandi eventi e visite di Stato, come quella recente del presidente turco Erdogan. Mi chiedo: quando vedremo una manifestaz­ione popolare e

multiparti­san di piazza per avere ogni giorno vigili e forze di polizia nelle strade di Roma come in ogni altra capitale europea?

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