Metro C, slitta di due mesi il via a San Giovanni
Slitta ancora l’apertura della stazione della metro C a San Giovanni: è il presidente della commissione Trasporti, Enrico Stefàno, ad ammettere che l’inaugurazione avverrà «al massimo tra due mesi». Su Twitter rispuntano i sui vecchi post, pubblicati dagli utenti per protestare contro l’ennesimo rinvio: «Siamo al paradosso di Achille e la tartaruga».
«Uno choc per la linea A». Vanno dritti al punto i tecnici dell’Agenzia per la Mobilità, pensando all’apertura della stazione della metro C a San Giovanni. Al netto dei rinvii, quando lo snodo sarà operativo si stima che la terza linea del metrò «raddoppierà la sua frequentazione da 50 mila a 100 mila utenti giornalieri». Se finora la frontiera era piazza Lodi, dai primi di aprile (salvo ulteriori ritardi) i viaggiatori non dovranno più coprire in autobus l’ultimo miglio per raggiungere la fermata della linea rossa più vicina. Ma la «rivoluzione» si sentirà anche in superficie, dove è prevista la riorganizzazione di numerose linee di trasporto su gomma. L’intervento di razionalizzazione consentirà di risparmiare circa 300 mila chilometri, che andranno a potenziare il servizio nei quartieri periferici (V e VI Municipio) migliorando i collegamenti con la metro C. La rimodulazione prevede che la linea circolare 51 diretta a largo Chigi non faccia più capolinea a piazza Lodi, ma a San Giovanni. E a cambiare sarà anche il percorso: da via La Spezia, che sarà a senso unico con una pista ciclabile a salire, i torpedoni passeranno invece in viale Castrense. Ridotto il tragitto di un’altra linea storica, l’81: non partirà più da piazzale Malatesta, al Pigneto, ma da piazza Lodi.
In compenso entrerà in servizio il nuovo bus 77, che farà la spola tra Piramide e San Giovanni attraverso via Cilicia: un importante raccordo tra le metro A e B, malgrado in quella zona il traffico dell’ora di punta sia ultra congestionato. E però, secondo i calcoli degli esperti, il 77 dovrebbe alleggerire la fermata «Colosseo» della linea 51, tra le più affollate assieme a quella di piazza Venezia. È destinato a scomparire, invece, il 673 (Rho-piazza Zama): «La tratta che rimarrebbe non servita sarà coperta in parte da un ampliamento del percorso del 715 — spiegano dall’Agenzia per la Mobilità — mentre nell’altra parte ci sarà il nuovo 77 che servirà le restanti zone scoperte». È ancora in via di definizione l’ipotesi della linea 058 con capolinea a Ponte Mammolo o Rebibbia: i chilometri guadagnati potrebbero essere utilizzati a Ponte di Nona «per dare uno scambio diretto con la metropolitana». Nel piano rientrano anche interventi per favorire l’intermodalità e ridurre l’inquinamento: dalle ciclabili su via La Spezia e via Taranto al bike park in largo Brindisi, ovvero stalli custoditi nei quali lasciare le biciclette.
Sul web, nel frattempo, sorgono già le prime perplessità. Fabio G. pubblica l’immagine animata di un signore che si sbellica dalle risate (metafora dello scetticismo sull’efficacia dei cambiamenti in arrivo). E in polemica con Atac osserva: «Togliendo il 673 avvicinate l’Alessandrino e allontanate l’Appio Latino. Lo sapete: il 665 passa ogni 40 minuti, il 360 dopo le 21 latita per ore».