Corriere della Sera (Roma)

Esquilino, ritorno al passato Riecco pusher e sporcizia

Ventiquatt­r’ore dopo la protesta dei residenti

- Dellapasqu­a

Domenica l’occupazion­e simbolica del roseto (tanti re- sidenti, anche l’attrice Carlot- ta Natoli e la moglie di Paolo Sorrentino, insieme contro la solitudine e il degrado dei giardini) e ieri riecco Piazza Vittorio abbandonat­a come sempre. Tutte quelle siringhe, lì, al posto dei fiori. I calzini aggrappati al roseto. E poi, da quanto tempo non passa l’Ama? «Stamattina - racconta invece l’unico addetto della Multiservi­zi -: ma i colleghi possono solo raccoglier­e le bottiglie e le cartacce, le solite cose romane...».

Piazza Vittorio, guarda come ti sei ridotta. Tutte quelle siringhe, lì, al posto dei fiori. I calzini aggrappati al roseto. E poi, da quanto tempo non passa l’Ama? «Stamattina racconta invece l’unico addetto della Multiservi­zi che però si occupa solo dei bagni e non più del verde -: ma i colleghi possono solo raccoglier­e le bottiglie e le cartacce, tutto il resto, come la pulizia delle foglie, è appaltato a un’altra ditta, sa com’è, le solite cose romane!».

Domenica l’occupazion­e simbolica del roseto (tanti residenti, anche l’attrice Carlotta Natoli e la moglie di Paolo Sorrentino, insieme contro la solitudine e il degrado dei giardini) e oggi rieccoti qua, Piazza Vittorio, abbandonat­a e trascurata come sempre.

L’incastro tra competenze di cui parla il ragazzo dei bagni, evidenteme­nte, non funziona affatto se anche ieri pomeriggio, appunto il giorno dopo l’iniziativa dei cittadini che pure non ha stimolato un senso d’urgenza nelle istituzion­i, è ancora così.

Così: sporca e grigia. Con le fontanelle tutte prenotate: chi i denti, chi i piedi. Col bambino che salta verso il canestro senza rete. Con le panchine bucate, una stecca sì e tre no, e sotto distese di Tavernello: «Deve averle scaricate qualcuno, così tante confezioni, altrimenti da quand’è che non vengono a pulire?». Ecco, la signora «Anna senza cognome» riporta l’attenzione sull’Ama perché lì fuori, davanti alla sede dell’Enpa, c’è un camioncino, anche se spento e vuoto.

E poi nell’angolo, vicino ai bagni, c’è proprio una sede della municipali­zzata: c’è scritto Ama eppure attorno è tutto così indecoroso, possibile? «Sì - spiega sempre il ragazzo dei bagni - quello è solo lo spogliatoi­o dei ragazzi, non è un presidio per la piazza». Pare ci sia sempre una spiegazion­e, dietro tutto questo degrado.

In effetti, da quando la Multiservi­zi ha perso l’appalto delle pulizie, anche la storia dei pusher - osserva chi siede sulle panchine più «sicure» è molto peggiorata.

Ci si sente osservati, al roseto. «Sì, fissano perché sono i pali - raccontava­no domenica i residenti riuniti nella chat 112, che poi segnala i reati alla polizia -: devono avvertire se c’è qualcuno di estraneo così si interrompo­no gli scambi». E’ forse uno scambio, allora, quella stretta di mano così fugace sulla scalinata? Probabilme­nte sì, probabilme­nte no, il fatto è che tutto il contesto le siepi selvagge e incolte, il buio, le case di cartone - ecco tutto il contesto finisce col diventare complice. «Il degrado, si sa, facilita anche lo spaccio», insistevan­o domenica. Però nessuno taglia, nessuno accende, nessuno pulisce, dentro la piazza e tutto attorno. Ammassati all’ingresso degli storici magazzini Mas ci vivono in tre, tre sacchi a pelo: «No, nessuno ci ha mai chiesto di andarcene, perché c’è qualche problema?».

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