«Lago dei Cigni», un classico in nuova versione
Al Quirino, regia di Fabrizio Monteverde
Cercava un’idea che giustificasse l’ennesima ripresa del balletto più conosciuto di sempre. «Il lago dei cigni» sulle musiche di Ciajkovskij. L’ha trovata nel «Canto del cigno» di Cechov. Fabrizio Monteverde si è ispirato all’atto unico dello scrittore russo per il «Lago dei cigni» del Balletto di Roma.
«Il lago dei cigni… ovvero il canto», così s’intitola la sua coreografia in scena al teatro Quirino da stasera fino a domenica. Sul palco un gruppo di ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita, ripercorrono gli atti di un ulteriore, inevitabile «Lago dei cigni». «Chiusa in teatro, la compagnia si dedica ai ruoli ricoperti da anni» ha spiegato Monteverde che ha voluto fare un po’ il verso al balletto classico.
«Ma non per essere blasfemo, il mio scopo è sempre emozionare il pubblico» ha puntualizzato. Classe 1958, romano, esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta. Per il Balletto di Roma Monteverde ha riallestito il suo storico «Giulietta e Romeo» del 1989. Ha realizzato poi altre produzioni come «Cenerentola», «Otello» e «Bolero». Stasera si vedrà un «Lago dei cigni» dallo stile coreografico unico e riconoscibile, andato in scena per la prima volta quattro anni fa (ore 21, via delle Vergini 7, tel. 06.6794585). La gestualità, prima rotonda e morbida, esplode poi in movimenti spigolosi, netti e decisi. Per la drammaturgia Monteverde ha guardato al testo teatrale scritto da Cechov nel 1887. Dove un attore ormai vecchio e malato ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera. Nel balletto sono invece dei danzatori che, stanchi, si aggrappano a un ultimo «Lago dei cigni». Tra il ricordo sofferto di un’arte che travolge e il tentativo estremo di rimandarne il finale. «Spesso non si riescono a comprendere i desideri reali di una persona quando questi sfumano nei personaggi — ha sottolineato Monteverde — accade nel mondo dello spettacolo in generale, ma è tipico soprattutto della danza. Dove un vecchio ballerino è sempre un ballerino. Io ho un rifiuto verso ciò, do priorità alla mia vita».
Ispirazione Il coreografo attinge alla musica di Ciajkovskij e all’atto unico di Checov