Il Puff festeggia cinquant’anni e pensa al futuro
Francesco Fiorini, figlio del fondatore Lando: «Obiettivo per il futuro, farne un tempio della romanità»
Ogni romano innamorato della sua città ci ha messo piede almeno una volta nella vita. Per gli spettacoli di cabaret, certo, ma anche per quell’irreplicabile atmosfera da café-chantant in salsa romanesca. Per il gusto della risata accomodati al tavolino con vista palcoscenico, ma soprattutto per incontrare Lando Fiorini: anima e roccaforte non solo di quel suo locale (che non volle vendere neanche nei momenti di crisi e neanche di fronte ai 9 milioni di euro offerti da un’acquirente arabo) ma di una Roma accogliente e goliardica che magari ti sfotte ma non ti tradisce.
Il Puff, aperto a Trastevere da Fiorini con l’aiuto del fratello Ferdinando e dell’amico Enrico Montesano, in cinque decadi ha prodotto 101 spettacoli, ospitato 10.013 repliche e 1.602.080 spettatori. Numeri che rappresentano il termometro di una vita dedicata al teatro e che lasciano immaginare l’esercito di attori passati per quel palco. Talenti che Lando fiutava prima degli altri in giro per Roma per portarli al successo – come capitò con Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Fioretta Mari, Maurizio Mattioli – o a cui dava un lavoro per mantenersi gli studi nelle scuole di recitazione. «Alessio Boni fu assunto come cameriere – ricorda il figlio Francesco Fiorini – e nel servizio fra un tavolo e l’altro si chiudeva in bagno a studiare Shakespeare». Poi Lando se li lasciava rubare senza rancori dalla tv o dai teatri più grandi. Perché la verità è che in pochissimi sono veramente riusciti a tagliare il cordone ombelicale col Puff, «molto più di una semplice sala – commenta il figlio - è una casa». Così la viveva Fiorini, scomparso due mesi fa. E così continuano a viverla i trasteverini e gli artisti, che lunedì festeggeranno le cinquanta candeline con una serata-evento organizzata dalla famiglia di Fiorini in suo onore nella classica formula di casa-Puff: si parte dalla cena, ossia la «sala da pranzo», per arrivare allo spettacolo, il «salotto». Una festa per ricordare la sto- ria del locale di via Giggi Zanazzo insieme ai suoi protagonisti: Pino Insegno, Antonio Giuliani, Luciano Lembo, Pablo & Pedro, Lino Banfi, Gianfranco D’Angelo, Fioretta Mari, Maurizio Mattioli e Leo Gullotta, che racconta: “Lando mi scoprì casualmente al vecchio locale del Bagaglino e mi scritturò per pochi mesi, invece restai due anni scoprendo grazie a lui alcuni aspetti della mia comicità che non conoscevo e che mi furono preziosi in quel mestiere tanto impegnativo che è il teatro leggero».
Ma anche per tracciarne il futuro. «L’intenzione è non lasciare morire il Puff – annuncia Francesco – ma anzi farlo diventare un vero e proprio tempio della romanità in estinzione. Oltre alla programmazione vogliamo accogliere spettacoli per scuole, corsi di cucina romanesca e di storia della canzone popolare. Per realizzarlo serviranno soldi e lavoro, lunedì presenteremo il progetto e lanceremo una raccolta fondi».