L’ultima vittima di piazza Vittorio
Un altro episodio di abuso dopo le proteste dei residenti. La difficile convivenza con l’illegalità Anziana senzatetto stuprata da un senegalese, subito arrestato. Quartiere in mano al degrado
L’ultima vittima di piazza Vittorio, tra degrado e illegalità, è una clochard tedesca di 75 anni, violentata nella notte tra lunedì e martedì, da un senegalese di 31 anni, subito fermato dai carabinieri: lo straniero aveva un decreto di espulsione di un anno fa non eseguito. La violenza è avvenuta sotto i portici, davanti agli occhi di una coppia di turisti che rientravano in albergo. Il caso innesca le proteste dei residenti che chiedono alla politica il rilancio del rione con interventi di riqualificazione e di integrazione sociale. Il regista Calopresti spiega: «Quando i cittadini si riappropriano dei giardini di piazza Vittorio i pusher si spostano a Colle Oppio».
La si può guardare con gli occhi dei due turisti lussemburghesi, che rientravano in albergo dopo una serata nei luoghi più suggestivi di Roma e usciti dalla metro hanno assistito a uno stupro in diretta. La si può guardare con gli occhi degli abitanti dell’Esquilino, che si sono mobilitati per mantenere il livello di vivibilità nel quartiere al pari del suo impagabile fascino e vanno invece a letto con mille pensieri su una realtà ben più coriacea nel suo essere fonte di preoccupazioni. E la si può ovviamente guardare con gli occhi dei protagonisti di questa ennesima violenza cittadina, quelli disperati della anziana clochard tedesca su cui si è avventato lo stupratore, e quelli famelici dell’aggressore senegalese, che non ha avuto remore e inibizioni ad approfittare di quella donna indifesa sotto i portici di piazza Vittorio. Comunque la si guardi, una ennesima pagina nera per la Capitale.
È l’1,30 della notte tra lunedì a martedì quando la coppia di turisti esce dal sottopasso della fermata Vittorio Emanuele della metro A e da via Carlo Alberto svolta su piazza Vittorio per percorrere, al riparo del colonnato, i pochi passi che li condurranno al loro albergo. Lì si è rifugiata, per la notte, anche Marion Ursula Kurz, 75 anni tra due mesi, senzatetto tedesca che si arrangia a vivere come può nel quartiere forse più ospitale di Roma. Da sotto l’ammasso di coperte che formano il suo giaciglio, i due lussemburghesi vedono spuntare un braccio e sentono una flebile voce. La donna pronuncia qualcosa di incomprensibile. Quando si avvicinano per controllare, vedono sollevarsi dall’oscurità un ragazzo ben più grosso e possente, Nelson Kadowa, 31 anni, senegalese, che si riabbottona in fretta i pantaloni e fugge. Le grida dei due increduli testimoni della violenza attirano una pattuglia di carabinieri della stazione piazza Dante, che compiva la ronda di routine in zona. L’aggressore viene raggiunto e fermato poco distante dal luogo dello stupro. Il quadro è fin troppo chiaro e la flagranza consente l’arresto immediato. Già da ieri il 31enne è detenuto a Regina Coeli.
Kadowa risulta avere numerosi precedenti per spaccio, non solo in zona Esquilino, e ha spesso fornito date di nascita diverse, forse per provare a rendere più fumoso, senza successo, il suo curriculum criminale. Contro di lui c’è anche un provvedimento di espulsione con la data dell’anno scorso. Obbligo di allontanamento entro i cinque giorni, provvedimento mai eseguito come spesso accade.
La vittima non parla che poche parole di italiano. Visitata al pronto soccorso del San Giovanni, è stata accolta nella caserma di via Tasso e poi presa in carico dalla Sala operativa sociale del Campidoglio per l’assistenza fisica, logistica e psicologica. I vestiti di aggressore e vittima, così come le coperte, sono stati sequestrati per i prelievi su eventuali tracce biologiche a sostegno di un quadro accusatorio già solido. L’uomo avrebbe detto di essere stato colto da un raptus, un impellente desiderio sessuale, sfogato sulla malcapitata donna.
Non più tardi di domenica i comitati di quartiere, animati anche da attori e personaggi dello spettacolo che vivono in zona, avevano pubblicizzato la loro iniziativa di sorveglianza diurna contro il degrado. Un pacifico presidio anti pusher per riportare la storica piazza alla sua funzione di accogliente socialità per i cittadini.
Ancora ieri sera, mentre all’interno delle cancellate di piazza Vittorio ragazzi di tutte le etnie giocavano a basket nei campetti che affacciano sul luogo dello stupro, i marciapiedi si riempivano di cartoni di imballaggio del centro di telefonia cinese, delle bancarelle di abbigliamento bengalesi, dei pochi negozi italiani rimasti, dei sacchi di rifiuti dei condomìni babele, preparando la scenografia per un’altra nottata da terra di nessuno.
Spaccio L’africano accusato della violenza era stato espulso e accusato per droga