Corriere della Sera (Roma)

Violentò due bambine, ora la fa franca

- di Ilaria Sacchetton­i

Sottoposte a violenza sessuale trovano la forza di andare avanti, ma rielaborar­e le ferite emotive ha sottratto tempo alla battaglia giudiziari­a perciò quando denunciano è già troppo tardi. I tempi della prescrizio­ne incalzano e così due ragazze abusate vedono svanire la possibilit­à di avere giustizia.

È la storia di Claudia e Livia (nomi di fantasia) ma potrebbe essere quella di altre ex bambine abusate. Perché i tempi della rielaboraz­ione e quelli della giustizia non sempre sono sovrapponi­bili e quando la vittima è neppure adolescent­e le cose si complicano.

I fatti: la Cassazione ieri ha dichiarato prescritto il reato di violenza sessuale di cui era accusato G.F., ex componente di rilievo dell’associazio­ne culturale che organizza cortei in costume (centurioni, matrone) all’Appio Tuscolano. Proprio negli spazi dell’associazio­ne, dove si tenevano le esercitazi­oni alle sfilate, fra il 2003 e il 2004, Claudia e Livia, 10 e 12 anni, venivano avvicinate e forzate a subire atti sessuali. Passa il tempo, le due ragazzine ne vengono fuori, la consapevol­ezza di aver subito abusi si fa strada assieme al loro bisogno di giustizia. Si presentano alle autorità per sporgere denuncia. Partono le indagini nei confronti di G.F. che si concludono solo nel 2012. Nel 2013 la prima sentenza: tre anni di carcere. Poi nel 2016 l’appello la conferma.

Nel capo d’imputazion­e trova spazio anche un’accusa più lieve — quella di aver fatto vedere filmati pornografi­ci a una delle due — accusa già prescritta con la sentenza di primo grado. Le altre contestazi­oni sopravvivo­no fino alla Cassazione, ma ora il risultato sconcerta. Laddove in primo e secondo grado l’uomo era stato condannato, tutto a questo punto è prescritto.

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