«La sonnambula» vive in un mondo irreale
Da domenica all’Opera con Jessica Pratt
La sonnambula di Bellini è la prima opera che il direttore d’orchestra Speranza Scappucci, da giovanissima, vide al Teatro dell’Opera. Il soprano Jessica Pratt svela che proprio interpretando questo melodramma si aggiudicò il concorso che le permise dall’Australia di mettere piede, per la prima volta, al Costanzi. E anche il regista Giorgio Barberio Corsetti confessa di avere dolcissimi ricordi legati a quest’opera semiseria e al palco del teatro di piazza Beniamino Gigli, dove la madre coltivò in lui bambino la passione per la musica.
Così l’arrivo a Roma dell’allestimento realizzato in collaborazione col Petruzzelli di Bari, ha un sapore romantico che si aggiunge all’attesa per quello che si vedrà sul palco, da domenica al 3 marzo, nelle sei repliche in calendario. Una rara trasposizione quasi integrale, che presenta un solo taglio nel primo atto (peraltro previsto dallo stesso Bellini), con una direzione musicale che riflette le tonalità notturne della vicenda di Amina, sonnambula giovane e innamorata. «Inganna il fatto che sulla partitura ci siano poche note – commenta Scappucci – sembra semplice ma non lo è. Richiede grande impegno vocale, per questo spesso è ridotta, e un lavoro attento nel costruire atmosfere, assoli e il dialogo col coro, sempre presente come fosse un personaggio a sé».
Barberio Corsetti sceglie di calcare l’attenzione sul passaggio della protagonista dall’infanzia all’età adulta. «Sono partito dalla sensazione che si ha rivedendo da grandi un luogo d’infanzia – racconta – quando tutto appare ridimensionato rispetto al ricordo. Per rappresentare un mondo irreale fatto di sproporzioni tra protagonisti e arredi, con effetto casa di bambola». Nelle scene di Cristian Taraborrelli, dunque, centrale il contrasto grande/piccolo, mentre la graphic novel animata di Gianluigi Toccafondo (proiettata sullo sfondo) completa il set onirico dove si muovono, oltre alla Pratt, Juan Francisco Gatell, Riccardo Zanellato, Valentina Varriale, Reut Ventorero e Timofei Baranov (www.operaroma.it).