Crolla una strada, inghiottite 7 auto
Balduina, si apre un’enorme voragine accanto a un cantiere. Evacuati due palazzi, nessun ferito
Un boato che cresce, le case che tremano, sette auto in sosta che spariscono nella pancia vuota dell’enorme cantiere tra via Lattanzio e via Andronico, alla Balduina, dove si stavano costruendo tre edifici con piscina. La gente scende in strada, incredula e spaventata. Qualcuno fa segno a un bus in transito di fermarsi: ancora pochi metri e si sarebbe avvicinato troppo. Invece per fortuna non ci sono feriti, anche se due palazzi vengono evacuati. Furenti gli abitanti, un avvocato: «Demolizione da terzo mondo».
Un boato che cresce coi secondi, le case che tremano, le auto parcheggiate in fila indiana che spariscono una dopo l’altra nella pancia vuota dell’enorme cantiere tra via Lattanzio e via Andronico. Altre restano in bilico. La gente scende in strada, incredula e spaventata. Chi già si trovava a passare, si allontana urlando. Qualcuno fa segno a un autobus in transito, linea 990, di fermarsi. Ancora pochi metri e si sarebbe avvicinato pericolosamente a quella carreggiata che dalle 17,30 di ieri non c’è più, a quel margine stradale che ora guarda a precipizio, giù per trenta metri.
È un’area enorme quella dove prima c’era un istituto religioso, chiesa più scuole, e che in futuro dovrebbe ospitare (ma ora chissà) tre palazzine da cinque piani l’una. Un cantiere al centro di edifici stretti tra loro, arrampicati tra le curve di questo spicchio di Balduina. Una fettuccia di asfalto lunga venticinque metri e larga due si sbriciola, levando letteralmente il terreno da sotto le ruote dei veicoli in sosta. In tutto il quartiere, da quando sono partiti i lavori, si segnalavano problemi idrici e partivano esposti e lamentele contro il cantiere aperto dalle 6 del mattino alle 11 di sera e anche oltre quando c’erano da fare le gettate di cemento e non si poteva interrompere il flusso. E poi polveri, rumori, vibrazioni, alberi abbattuti o piegati verso il basso, anche loro senza più un appoggio solido. Ma negli ultimi giorni le lamentele erano diventate preoccupazioni per quel cantiere che, dicono gli abitanti, aveva ampliato il suo perimetro senza mettere le pareti in sicurezza con le apposite palizzate. E che spesso si allagava per le perdite d’acqua che formavano torrenti e rigagnoli un po’ ovunque. «Anche la fogna veniva saturata con le acque del cantiere e ora c’è quella enorme gru che chissà se resta in piedi», dice uno dei tanti abitanti inferociti.
Acea parla di condotta danneggiata dal crollo e, dopo averla chiusa, invia sul posto due autobotti per rifornire gli edifici rimasti a secco. Vengono evacuati due palazzi, i civici dal 16 al 24 di via Lattanzio, verso la parte più in alto del cantiere. Sono 22 famiglie in tutto, circa 60 persone che hanno aspettato fino a tardi le verifiche sulla stabilità delle case condotte dai vigili del fuoco con i responsabili dell’ufficio tecnico e che almeno per una notte hanno dormito altrove. La loro paura è che tante altre dovranno passarne lontani dai loro letti.
Alle 19,30 arriva anche la sindaca Virginia Raggi, che si fa accompagnare nel cantiere, chiede spiegazioni e pareri, ascolta a distanza qualche voce arrabbiata: «Accerteremo tutte le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà. C’erano state segnalazioni di disagi, nessuno aveva parlato di crolli», dice prima di andarsene. Tra i tanti che la ascoltano c’è anche Giancarlo De Caprariis, avvocato del civico 16: «L’8 febbraio ho scritto agli uffici tecnici dicendo che il terreno si stava crepando, ma nessuno mi ha risposto»
Il Campidoglio ha attivato le procedure per accogliere gli sfollati, mentre la procura ha aperto un fascicolo dove confluirà a ore la prima informativa dei vigili del fuoco.
Tragedia sfiorata Anche un autobus della linea 990 ha rischiato di precipitare nell’enorme buca