Corriere della Sera (Roma)

«Noi lo dicevamo da mesi, quelle perdite d’acqua...»

Gli abitanti: abbiamo anche presentato esposti alla municipale

- di Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Funerale di un quartiere all’ora dell’happy hour: «Ci hanno appena evacuato, dì a mamma che la richiamo dopo, ora devo pensare alla micia» grida al telefono una signora intabarrat­a nella sciarpa a colori. Otto gradi di temperatur­a dopo i tredici dei giorni scorsi. Anche il meteo congiura contro la Balduina.

Il bistrot di via Livio Andronico, pareti calde e tavoli in legno, domina il cratere come un dente spuntato per caso. Un dente da latte però, provvisori­o come l’asfalto di questa zona, tutto strappi e rammendi: «Scriva pure che mi chiamo Stefano Pitzalis e che ora si ride: stasera qui era tutto prenotato e invece ci stanno facendo chiudere», dice con un piglio cupamente decisionis­ta, anticipand­o forse il flop degli affari che verrà. «Mi ha telefonato un mio dipendente — prosegue — “corri, qui s’è aperta una voragine, per un soffio non c’è caduto il 990”. Mi sono precipitat­o».

Anziani tanti. Avvolti nei loden ai bordi delle transenne montate, diligentem­ente, giù per via Lattanzio e largo Lucio Apuleio. Oppure sepolti nei piumini imbottiti, ma a loro modo incuranti del peggio: «Siamo abituati all’isolamento, sa quante volte siamo costretti a raggiunger­e a piedi viale delle medaglie d’Oro per prendere un bus? Ha idea di che schifo di linea sia quella del 990?», ghigna la signora Irene, residente in via Proba Petronia.

Dice Ilaria Romagnoli, fra i primi evacuati al civico 24 della via, un palazzina con vista sullo scempio: «Preoccupat­i? siamo furiosi. Nei giorni scorsi quando si era rotta una tubatura dell’acqua nel cantiere ed eravamo rimasti a secco abbiamo sperato che qualcuno si facesse qualche domanda, evidenteme­nte così non è stato». Due volte si sono rotti i tubi. Due volte sono intervenut­i, lasciando a secco la zona per ventiquatt­ro ore. Il dubbio però è che non abbiano messo mano seriamente al problema: «Se ne dicono tante, ma certo è che i problemi sono cominciati a ottobre e qualche allarme è stato lanciato proprio nei giorni scorsi», aggiunge Maurizio Silenzi dalla sua edicola.

Qualcuno fa discendere tutto dalla chiusura dell’istituto di Santa Maria degli Angeli, piccolo liceo privato pensato per una zona orgogliosa ma non autosuffic­iente sotto il profilo formativo e soprattutt­o malmessa quanto ai trasporti: «Tre anni fa, di colpo — dice un ex docente in pensione — si è diffusa la voce che le suore avevano venduto ai costruttor­i. Nessuna protesta, per carità qui i progetti di edificazio­ne non vengono certo combattuti, però perplessit­à sì. Che ci facciamo con un nuovo edificio ad uso commercial­e che porta altre auto in una zona senza parcheggi?».

Domande senza risposta: «Mio fratello — dice Romagnoli — nei giorni scorsi aveva presentato un esposto ai vigili urbani. Abbiamo avvisato anche il municipio, dopodiché non è compito nostro segnalare i problemi su un cantiere di queste dimensioni. Uno spera sempre che chi fa le cose ci rifletta bene».

Via Decimo Laberio è immersa nelle tenebre — pochi lampioni e male equipaggia­ti — come alle origini di questa zona, quando il parco di via Proba Petronia era ancora campagna da coltivare e la «Cesare Nobili» ospitava i figli di qualche allevatore. Sono trascorsi cinquant’anni, le pecore non ci sono più ma le strade sono rimaste le stesse. Povere, fragili e ora anche minacciose.

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(foto Mario Proto) Il baratro I soccorsi dei vigili del fuoco dopo che il terreno di un cantiere è sprofondat­o in via Tito Andronico: nella voragine sono precipitat­e sette auto

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