Corriere della Sera (Roma)

«BiT», stupendo e coinvolgen­te

- di Franco Cordelli

Seconda rassegna Equilibrio all’Auditorium, dedicata alla danza francese. In scena

BiT, spettacolo di Maguy Marin del 2014, il primo dopo qualche anno di «silenzio», ma anche, per me, il primo dopo May B, che le diede la celebrità nei primi anni Ottanta. May B lo ricordo bene, era dedicato a Beckett, non proprio uno spettacolo di teatro-danza quanto di puro teatro, come quello di oggi. Sette tavole inclinate costituisc­ono il paesaggio: tre donne e tre uomini entrano in scena infilandos­i in un pertugio tra l’una e l’altra. Si tengono per mano e avanzano come in una figura medievale, con allegria e cautela. Ben presto le cose cambiano. Decisivo è il rapporto con lo spazio, con le tavole. Dividerei lo spettacolo in quattro parti. La prima finisce in modo inaudito per uno spettacolo che si vuole di danza, finisce con un’orgia o qualcosa di simile: corpi accalcati, ai limiti della brutalità. La seconda è misteriosa: assistiamo a uno stupro operato da cinque incappucci­ati, come fossero membri di una setta satanica, mentre dall’alto di una tavola nuovi personaggi, quasi fossero tre Parche, assistono e si dileguano. La terza è un inseguimen­to. La donna si getta in un precipizio per sfuggire all’uomo che vuole possederla. La quarta potrebbe essere un segnale di riconcilia­zione. I sei protagonis­ti camminano di nuovo tenendosi per mano. Ma riconcilia­zione non è. Tutti cadono nello stesso precipizio. Spettacolo «nero», stupendo e coinvolgen­te, sulla scia di una musica tecno prima percussiva, poi roteante, infine quasi assertiva, negativa.

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