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L’eroe mitologico riappare dopo il restauro della sala nella reggia di Nerone. Entro la fine dell’anno lavori su otto nuovi lotti
Achille riappare tra gli stucchi blu egizio, terra verde, cinabro, ma sopratutto tanto oro. La sua figura - che nella mitologia la madre Teti aveva cercato di nascondere nell’isola di Sciro per proteggerlo dalla morte sicura a Troia - riemerge tra i decori nella volta della Domus Aurea.
Cinque mesi di restauri con micro trapani, laser, ed ecco che Ulisse duemila anni dopo ritrova il Pelide, nascosto dall’amore materno per salvarlo da un destino già scritto.
Sono questi i risultati dei lavori di pulitura e consolidamento della Sala di «Achille a Sciro», meraviglia della reggia di Nerone, proprio accanto alla Sala Ottagona. Interventi sponsorizzati con 100 mila franch svizzeri dalla Fondazione Isabel & Balz Baechi.
«Questo è solo un assaggio di quello che potremo ritrovare, quando si avvierà il restauro dei 25 mila metri quadri di superficie pittorica», racconta il neo direttore dell parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, presentando i risultati degli interventi eseguiti su due tasselli (sulla volta e sulla parete) della sala. Per ora si lavora al «monitoraggio» e alla «messa in sicurezza» dei decori
«Grazie alla Fondazione è stato possibile questo intervento di conservazione - continua Russo - e messa in sicurezza delle decorazioni della volta con al centro il disegno che rappresenta un episodio dell’Iliade e dà il nome alla Sala».
Il restauro ha chiarito quanto fosse importante quest’ambiente. «Sono apparsi dettagli anatomici incredibili oltre al tantissimo oro su tutta la volta - spiega la responsabile dei restauri Maria Bartoli -. Questa stanza, infatti, rappresentava lo sfarzo ed il lusso di Nerone», come testimonia l’uso «dei colori e la realizzazione di rilievi in stucco meravigliosi e cornici di ogni foggia. Si trattava di una stanza di rappresentanza dell’imperatore dove è stata realizzata anche un’ immagine di una donna con il «Purpurrissimum», un pigmento prezioso derivato dalla triturazione di molluschi: veniva utilizzato solo per personaggi importanti perché molto costoso».
Ma tutta la Domus Aurea, gioiello archeologico ha bisogno di interventi continui. «Per ora abbiamo messo in sicurezza l’80% delle pareti pittoriche, che sono la vera urgenza», spiega Alessandro D’Alessio funzionario responsabile. «Entro fine anno - assicura Russo - parte la gara e l’ avvio dei lavori per 8 nuovi lotti del sistema integrato di protezione sui giardini del Colle Oppio. «Per questi lavori e per le volte traianee crollate nel 2010 il Mibact ha già stanziato 13 milioni di euro». Maria Rosaria Spadaccino