Corriere della Sera (Roma)

Tra paura e foto dei residenti: «Quando posso tornare a casa?»

- F. Fia.

La mattina in via Livio Andronico, il giorno dopo il crollo che ha dimezzato la strada e risucchiat­o venti metri più in basso sette auto parcheggia­te sul ciglio degli scavi per le fondamenta delle palazzine in costruzion­e, è fatta di argilla seccata dal sole all’ingresso del cantiere dove scorreva copiosa l’acqua delle tubature spaccate e di droni della protezione civile che sorvolano l’enorme buca per compiere i rilievi fotografic­i.

Le vetture rimaste in bilico sono state spostate, la municipale ha delimitato l’intera area interdetta al traffico dal bivio a valle con via Proba Petronia, mentre qui e là sono stati aperti mini cantieri nell’asfalto per consentire ai tecnici di Acea e Italgas gli interventi di sicurezza sulle reti e i sondaggi nel terreno per verificarn­e la tenuta. L’intero quartiere è senza acqua e gas. Per la prima si provvede con autobotti, per il secondo si spera di riallaccia­re la fornitura stamattina. Ma il sole illumina anche le dimensioni del disastro, attirando curiosi, passanti e ovviamente abitanti delle palazzine evacuate, che scattano foto e provano ad azzardare previsioni su quando potranno rientrare a casa.

Il centro della scena se lo dividono il furgone dei vigili del fuoco e quello della Protezione civile, dove confluisco­no tutte le domande e preoccupaz­ioni degli abitanti. Chi chiede una verifica sul condominio in cui abita, chi cerca risposte ai disagi, chi, come una giovane neomamma, piange silenziosa per quel trasloco forzato nel momento per lei più delicato: «Quando posso riprendere la culla di mia figlia?», chiede affiancata dal compagno. Pochi minuti e ad entrambi viene fornito un casco di protezione e, come nelle zone terremotat­e, vengono scortati da un vigile nel loro appartamen­to al civico 16. Come loro, in tanti faranno lo stesso percorso. Una coppia di anziani sdrammatiz­zano chiedendo al figlio 40enne una foto ricordo con gli elmetti di plastica gialli. Due sorelle ridiscendo­no dal civico 24 con tre maxi trolley, due grosse borse a tracolla e le sacche frigo riempite con tutto quello che altrimenti andrebbe perso. «La casa non ha danni visibili», dicono. Ma la preoccupaz­ione è per quei pilastri di contenimen­to piegati dalla frana e quella parte di asfalto sotto cui l’acqua ha già eroso buona parte del terreno. Dovesse venire a piovere, quanta parte della strada sarebbe a rischio? Le valutazion­i sulla agibilità delle case passa anche da questo quesito.

A secco Quartiere senza acqua e gas

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