Rottura ministro-sindaca, salta il «tavolo per Roma» Regione, Parisi: «In ripresa»
Mercoledì mattina una lettera a firma Carlo Calenda con oggetto «l’immobilismo della Capitale» parte dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) e viene indirizzata alla sindaca Virginia Raggi. Nella missiva, svelata ieri dalle pagine del Messaggero, Calenda accusa l’inquilina del Campidoglio di «immobilismo» e «di mancanza di capacità realizzativa». Il dado è tratto. Il patto Calenda-Raggi rischia di implodere a pochi giorni dall’apertura delle urne.
Del resto, da quando è partito il Tavolo per Roma, sottolinea il ministro dal dicastero in via Veneto, «sono state presentate dal Campidoglio poche proposte approssimative che non si sono trasformate in progetti reali». Il ragionamento che si fa nei corridoi del Mise suona più o meno così: abbiamo messo sul tavolo circa tre miliardi di euro, ma dal Comune non è giunta una risposta concreta con progetti reali. Calenda mette in fila in nove punti le criticità della Capitale, dal trasporto pubblico al car sharing, al famigerato problema delle buche, e invoca un cambio di passo accompagnato da risposte urgenti. Dall’altra parte la sindaca Raggi replica piccata: «Mi stupisce, forse neanche tanto, che a due settimane dal voto si torni a promettere un miliardo per Roma, dopo cinque anni in cui il Governo si è assolutamente dimenticato della Capitale. Se questo miliardo fosse vero, lo avremmo inserito in bilancio, in bilancio non posso inserire parole né promesse». Ma non finisce qui. Perché la questione che entra nel vivo della campagna elettorale per la corsa alla Regione induce il ministro del governo Gentiloni a porre fine al tavolo su Roma. Con un tratto di penna Calenda lo chiude definitivamente. Perché, spiega, «siamo di fronte a un combinato disposto di incompetenza e arroganza che fino ad oggi non avevo mai sperimentato». A nulla è valsa la lettera di mercoledì: «Ieri – afferma Calenda - ho spiegato alla sindaca per iscritto e nel dettaglio a che punto sono i progetti del Tavolo per Roma e quali sono le tante inadempienze e ritardi del Comune invitandola ad un incontro ristretto con il presidente Zingaretti. La risposta della sindaca conferma che l’unica strada per evitare di continuare a sprecare tempo e risorse è quella di chiudere il tavolo».
Intanto Stefano Parisi, candidato governatore in quota centrodestra, gira in lungo e largo la regione sempre più convinto della «remuntada» in virtù anche di alcuni sondaggi che gli sono arrivati sul tavolo. Secondo un’indagine della GPF Inspiring Research, Mr Chily sarebbe al 26,5% a sei lunghezza dal candidato del centrosinistra Zingaretti (31,7%) e soprattutto avrebbe superato la pentastellata Roberta Lombardi (24,4%). «Abbiamo recuperato 15 punti dal primo rilevamento», esultano dallo staff del candidato del centrodestra. Oggi Parisi sarà in tour nella Capitale. Prima al mercato di piazza San Giovanni di Dio, in zona Gianicolense, dove è previsto un giro in mezzo alla gente per dialogare con i cittadini e snocciolare «il progetto di rilancio del Lazio». Eppoi nel pomeriggio alla Garbatella a un incontro con Gioventù nazionale perché «Stefano in questa campagna punta tanto sui giovani».