Beat generation, le fotografie del viaggio in Italia
Un sogno americano, decollato dai banchi ribelli della Columbia University con l’incontro tra Jack Kerouac, Lucien Carr, Hal Chase, Allen Ginsberg e poi William S. Burroughs, che diventa un sogno italiano nella mostra Beat Generation. Ginsberg, Corso, Ferlinghetti. Viaggio in Italia, ospitata da oggi al 2 aprile alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (viale delle Belle Arti 131, da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30, biglietto: 10 euro. www.lagallerianazionale.com).
Un’esposizione che sceglie la fotografia come protagonista, con 200 scatti firmati da Enzo Eric Toccaceli (anche curatore della mostra), costruendogli intorno un racconto del movimento Beat fatto di oltre 600 documenti tra prime edizioni, vinili, manifesti, locandine e ritagli stampa che testimoniano gli ultimi viaggi in Italia di Ginsberg, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti, il più longevo ormai quasi centenario.
Tra conferenze e performance – tutte documentate da Toccaceli - si svela il legame che i tre artisti hanno avuto col nostro paese dagli anni Settanta ad oggi. Milano, Venezia, Firenze, Roma, fino allo Stretto di Messina sono le tappe di questo Grand Tour in chiave Beat, che nel percorso espositivo somiglia a un moderno Viaggio in Italia tra arte, cronaca e storia del movimento che segnò un punto di non ritorno per ogni declinazione della creatività, dalla letteratura alla musica, dall’arte al teatro.
L’idea della mostra nasce nel 2017, nei vent’anni dalla morte di Ginsberg e nel solco delle celebrazioni per il centenario della nascita di Fernanda Pivano, amica e traduttrice dei tre poeti, la prima a parlare in Italia della Beat Generation. Ieri invece si è aperta con la testimonianza di Mita Medici (l’ex «ragazzina» del Piper), Maria Anita Stefanelli e Carlo Massarini.