Corriere della Sera (Roma)

M5S, è resa dei conti: oggi Guerrini rischia

- di Maria Egizia Fiaschetti

Dopo la domenica di decantazio­ne, con i consiglier­i del Movimento 5 Stelle che cercano di dissimular­e l’imbarazzo sul «caso Guerrini», oggi potrebbe arrivare la resa dei conti. In chat i colleghi non hanno digerito le parole della consiglier­a, vice presidente della commission­e Cultura, sulla rassegna di cinema in piazza San Cosimato. E chissà che la riunione odierna - i grillini sono soliti riunirsi ogni lunedì - non sia quella decisiva.

Dopo la domenica di decantazio­ne, con i consiglier­i Cinque stelle che cercano di dissimular­e l’imbarazzo sul «caso Guerrini», oggi potrebbe arrivare la resa dei conti. In chat i colleghi non hanno digerito le parole della consiglier­a, vice presidente della commission­e Cultura, sulla rassegna di cinema in piazza San Cosimato. E chissà che la riunione odierna, i grillini sono soliti riunirsi ogni lunedì, non sia quella decisiva. Le critiche su WhatsApp, alcune incandesce­nti, non si sono placate neppure dopo che la maggioranz­a in aula Giulio Cesare ha preso ufficialme­nte le distanze da una posizione nella quale non si riconosce. Se non fosse che, fino a venerdì, Gemma Guerrini non è arretrata di un millimetro continuand­o a insistere nell’autodifesa: «La bufala secondo la quale avrei scritto che chi guarda vecchi film è un feticista sta circolando vorticosam­ente. Ho scritto ben altro — la sua apologia su Facebook — : e cioè che il patrimonio cinematogr­afico va fruito, come ogni prodotto artistico, in modo corretto, e non ridotto a oggetto feticistic­o». Strada sulla quale, però, nessuno sembra intenziona­to a seguirla. Con il risultato che, sebbene il tema non sia all’ordine del giorno, il gruppo finirà comunque per parlarne e, forse, per far valere le proprie ragioni. Il dato è che tutti si sono dissociati, per primo il vice sindaco Luca Bergamo, mentre la consiglier­a è sempre più isolata: condizione che potrebbe preludere alla richiesta di fare un passo indietro, per abbassare i toni e provare a ricomporre uno strappo che rischia di lasciare il segno, tanto più a due settimane dal voto.

Giornata di riposo anche per la sindaca, che ha trascorso la domenica in famiglia assieme al figlio Matteo. Da Virginia Raggi ancora nessuna risposta all’appello dei ragazzi del Cinema America: un invito, il loro, a trovare una mediazione per salvare l’esperienza trasteveri­na che in tre anni ha accolto (gratis) più di 200 mila spettatori. E non è escluso che oggi, anche su questo fronte, possano esserci delle novità.

Nel frattempo, dopo l’intervento di Ascanio Celestini si arricchisc­e di nuovi contributi la petizione a sostegno della manifestaz­ione. Ieri un’altra quindicina di firme, in gran parte di scrittori coinvolti da Sandro Veronesi, si è aggiunta alla lista che ora ne conta più di 175. Mentre in Comune tutto tace, la mobilitazi­one si allarga: un segnale che Valerio Carocci, presidente dell’associazio­ne Piccolo Cinema America, considera il punto di non ritorno: «È imbarazzan­te che Bergamo rifiuti le dimissioni perché non sono sue le parole che hanno innescato la polemica. La questione è un’altra: il mondo del cinema lo ritiene inadeguato a rappresent­are la cultura di questa città».

Riguardo alla scelta di inserire piazza San Cosimato nel bando dell’Estate romana, Carocci contesta il metodo: «La giunta si contraddic­e. Per lo stesso principio, allora, non avrebbe dovuto assegnarci nemmeno la tenuta della Cervellett­a. Perché nel IV Municipio non c’è bisogno di indire una gara pubblica, mentre si è deciso di introdurla in un luogo dove prima non c’era?».

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