Memorie di Adriana: Asti mattatrice da Spoleto a Roma
Presentato in prima nazionale l’estate scorsa al Festival di Spoleto, Memorie di Adriana approda dopo una lunga tournée al Teatro Quirino da stasera al 25 febbraio. Protagonista Adriana Asti con la regia e adattamento teatrale di Andrée Ruth Shammah. Non un semplice spettacolo, piuttosto una rivisitazione autoironica della propria carriera e vita artistica, a cominciare dal titolo che rifà il verso al celebre romanzo di Marguerite Yourcenar diventato successo teatrale con Giorgio Albertazzi.
Adriana e la sua storia di donna e di attrice, Adriana che rimescola ricordi e personaggi attraversati e incontrati nel suo percorso scenico, fra teatro e cinema, Adriana che si racconta senza pudori e con la sincerità caustica che le è propria. Ma soprattutto Adriana che svela anche i meccanismi interni del mondo dello spettacolo, i dietro le quinte, i travestimenti, le nudità, le debolezze, le incertezze, le genialità e sregolatezze che affollano la vita di palcoscenico, e non solo.
Il racconto, però, è traslato: non è Adriana Asti a comparire in proscenio e a rivelare i suoi segreti, bensì il suo alter ego Adriana. La prima, infatti, resta chiusa in camerino, non vuole mostrarsi, forse si vergogna, ed è la seconda ad apparire al pubblico con impudenza, affacciandosi dal sipario. Un gioco provocatorio che dà luogo a un divertente monologo, che monologo non è: interagiscono con Adriana, infatti, altri personaggi... dal direttore di scena (interpretato da Pietro Micci) all’ammiratore che si intromette dalla platea (Andrea Narsi), dal tecnico (Paolo Roda) alla sarta (Antonella Fuiano).
Un microcosmo variegato e scompigliato di figure, reali e irreali, che si intromettono nella narrazione di Adriana, non risparmiando aneddoti e sorprese, curiosità e prudenti omissioni. E infatti, non a caso la messinscena è tratta dal libro «Ricordare e dimenticare», conversazione, volutamente scorretta, tra l’attrice e lo scrittore René De Ceccatty.