Corriere della Sera (Roma)

I residenti: è un buon inizio ma il rione deve rivivere Servono investimen­ti e vigilanza

- Erica Dellapasqu­a

«Un buon inizio». L’idea del Daspo, novità emersa dall’incontro di ieri in Prefettura sulla crisi dell’Esquilino, viene accolta da molti residenti come un segnale: «Almeno, qualcosa si muove». Comunque, le iniziative a presidio di piazza Vittorio, come l’occupazion­e simbolica del roseto abitato dai pusher, continuano: «Non ci fermiamo agli annunci».

Già prima dello stupro e della rissa con accoltella­mento, residenti e commercian­ti riuniti nella nuova rete «EsquilinoV­ivo» si incontrava­no sulla chat «112» per segnalarsi i (brutti) fatti tra furti di qua, rapine di là, con lo spaccio quotidiano e i clochard accampati tra i cartoni. Insomma, una fotografia in tempo reale del rione che convengono tutti - sta sprofondan­do sempre più velocement­e dentro un degrado mai visto.

E invece ieri, con la riunione in Prefettura, si è almeno riaccesa una speranza. «Non può certamente essere una soluzione definitiva, in ogni caso sì: siamo soddisfatt­i del ricorso al Daspo urbano. Significa che le nostre iniziative hanno avuto effetto». Anna Di Carlo, residente e titolare di un’agenzia immobiliar­e tra le «attiviste» delle domeniche al roseto nota già qualche differenza: «La piazza è visibilmen­te più presidiata - osserva lei che la vive ogni giorno -. C’è stata un’accelerazi­one, più pattuglie, operazioni antidroga nel parco, quindi dico avanti così, non nascondiam­o più la polvere sotto al tappeto». Sul Daspo, in particolar­e, «è utile perché, oltre allo spaccio, l’altro grande problema resta il bivacco, vediamo persone fare i loro bisogni anche davanti alla porta magica, sporcizia che chiama altro degrado e così non se ne esce».

Nella lettera inviata alla sindaca Virginia Raggi associazio­ni e comitati della zona insistono su molti aspetti: più pulizia, più illuminazi­one, cura del verde, telecamere, cani antidroga. «Perché da solo, in ogni caso, il Daspo non basta spiega Francesca Donnini, residente per scelta dal 2010 che, nonostante tutti i guai del rione, non vorrebbe vivere da nessun’altra città -. Speriamo sia utile, anche se i dubbi restano legati alla sua efficacia a livello pratico: funziona se c’è una verifica costante e rigorosa e, soprattutt­o, se ci sono mezzi e risorse per controllar­e». Per questo l’annuncio del Daspo non significhe­rà un disimpegno della rete di EsquilinoV­ivo: «Per riappropri­arci dei luoghi dobbiamo creare occasioni di incontro, quindi ci saranno le domeniche al roseto e molto altro: festival di installazi­oni luminose, iniziative sportive, mostra fotografic­a a partire da un documentar­io di Andrea Segre, anche lui residente qui, noi non ci fermiamo».

Intanto, al bar Gatsby, durante una riunione tra commercian­ti dell’Esquilino con la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, si analizzano i problemi quotidiani. «Abbiamo parlato di come stimolare gli investimen­ti - racconta Luca, titolare del locale - di come far rivivere il rione, di come renderlo attrattivo favorendo, per esempio, il ritorno degli artigiani». Sulla sicurezza «si è pensato ad una linea diretta tra esercenti e forze dell’ordine», mentre sul Daspo c’è più scetticism­o: «C’è già il foglio di via, perché dovrebbe essere più efficace?».

 ??  ?? Sicurezza I controlli nel rione
Sicurezza I controlli nel rione

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy