Lindo Ferretti, un viaggio nel rock «A cuor contento»
Il padre del punk italiano all’Orion per una tappa del tour con le canzoni da solista, dei CCCP e dei Csi
Una storia musicale complessa. Dal comunismo alla religione. Dagli eccessi della Berlino anni Ottanta al romitaggio sull’Appennino. Il fumo, il papa, gli amati cavalli.
Prosegue il viaggio di Giovanni Lindo Ferretti. Il padre del punk italiano da qualche anno è tornato sul palco. E stasera sarà all’Orion di Ciampino per una tappa di «A cuor contento». Un tour in cui il si racconta con le canzoni del suo repertorio da solista, con quelle dei CCCP Fedeli alla Linea e Csi. «Canto i pezzi dei CCCP senza cambiare una parola - ha detto Ferretti - ma il mio sguardo oggi è diverso. C’è più leggerezza». La sua storia musicale ha inizio nel 1982. Quando con Massimo Zamboni fonda i CCCP Fedeli alla linea. Chiusa quest’esperienza nel 1992 dà vita ai Csi (Consorzio suonatori indipendenti) che si scioglieranno nel 2000. Due anni dopo è già membro dei Pgr (Per grazia ricevuta) per poi intraprendere definitivamente un suo percorso da solista. «Io non mi sento cambiato - ha detto - nel mezzo ci sono state tante esperienze. Ma il mio modo di stare nell’arena è sempre uguale». Nella scaletta in programma stasera all’Orion Ferretti includerà anche qualche brano tratto dal progetto Saga, il Canto dei
Canti del 2013. Sul palco insieme a lui ci saranno due fedeli compagni di viaggio: Ezio Bonicelli (chitarra elettrica e violino) e Luca A. Rossi (basso, chitarra elettrica, batteria elettronica). Entrambi i musicisti sono componenti degli Ustmamò. Chiamati da Ferretti per dare allo storico repertorio una nuova veste elettrica.
Il cantante alcuni anni fa si è trasferito a Cerreto, sull’Appennino tosco-emiliano. Vive a contatto con la natura e si prende cura dei suoi cavalli. «Lavoro per la conservazione e la rigenerazione del vivere in montagna – ha spiegato negli ultimi decenni abbiamo mitizzato i media e la tecnologia. Crediamo di essere connessi con il mondo stando davanti alle macchinette. Io credo che siamo molto più con- nessi guardando fuori». Il musicista ha creato per questo la Fondazione Giovani Lindo Ferretti. «C’era già anche il nome – ha sottolineato in virtù di una pubblica immagine a garanzia. Qualche problema, per me. Avrei voluto restare nell’ombra». La fondazione si occupa di preservare il territorio, sia da un punto di vista culturale che paesaggistico, e organizza spettacoli ai quali prendono parte i cavalli. «Frequentavo cavalli, da bambino - ha raccontato - li persi con l’età, l’educazione. Fui giovanotto moderno, mondano, inquieto, in tentazione, attratto dal diverso, l’altro, il lontano». Ma il cerchio poi a un certo punto si è chiuso. «Sono tornato a casa - ha aggiunto - ho riaperto la stalla, passo dal cimitero, frequento le funzioni religiose. Questa è la sostanza del mio vivere. Nell’attesa delle cose ultime, consegno alla vita sui monti e al lavoro con i cavalli le mie giornate, il mio interesse, il mio operare in pensieri, parole e azioni».