È NATA LA ROMA FAI DA TE
Ormai il fenomeno è consolidato ed evidente. È nata la Roma Fai Da Te. C’è chi si organizza per ripulire i giardini pubblici sotto casa, o porzioni di parco (nonostante i vincoli e i cervellotici lacci ideati dall’attuale amministrazione comunale). Molti extracomunitari, ormai accettati e sovvenzionati da numerose collettività di quartiere, spazzano i marciapiedi. Tanti cittadini potano i piccoli alberi davanti casa per evitare cedimenti, e ce lo raccontano con le loro lettere. I volontari di Earth aprono e chiudono i cancelli di alcune ville storiche. Adesso, come ci ha descritto ieri Lilli Garrone, i commercianti di via Ottaviano, esasperati dalle continue richieste dei turisti, si sono autotassati per acquistare i cartelli per indicare la direzione verso la linea A della Metro e verso San Pietro. Hanno cercato per mesi contatti col Campidoglio, ma senza risultati. Ora il dipartimento Trasporti fa sapere che «valuterà» quei segnali: e c’è da sperare si tratti di una formalità, altrimenti questa storia - se qualche zelante burocrate decidesse di toglierli - rischia di finire davvero in prima pagina sul New York Times. Ma la Roma Fai Da Te è un segno positivo o negativo? Significa crescita civile o disperazione? Dipende dai punti di vista. Auto-responsabilizzazione della base o, invece, sostituzione di ciò che una amministrazione latitante non assicura al cittadino? Concludiamo salomonicamente così: ai poveri residenti di questa Capitale l’ardua e malinconica sentenza.