Corriere della Sera (Roma)

«Aprirei una parrocchia al Polo Nord»

L’ironia di papa Francesco per il gran freddo mentre saluta i fedeli a Ponte Mammolo

- Simona De Santis

di «S to pensando di aprire una parrocchia al Polo Nord e voi che oggi avete sentito tanto freddo potreste andare lì. Grazie per essere rimasti, grazie per essere venuti, grazie per la vostra pazienza e bontà»: scherza Bergoglio con i fedeli di Ponte Mammolo prima di congedarsi dopo la visita nella chiesa di San Gelasio I. Nemmeno il freddo polare ha fermato la folla di persone arrivata per salutare il Papa.

«Regina Coeli è un caos, io ogni mattina mi sveglio e soffro mentalment­e e psicologic­amente... guardate, do la mia parola d’onore di uomo che se mi mandate in clinica o a casa mia io seguo tutte le terapie che mi date. Io sono convito di curarmi perché voglio fare una vita normale, voglio sposarmi, avere dei figli, mi voglio fa’ una famiglia, voglio anda’ a lavorà, voglio essere normale... perché sono un ragazzo, c’ho 21 anni». Poco dopo il suo accorato appello al giudice Anna Maria Pazienza, Valerio Guerrieri viene condannato a sei mesi di detenzione per resistenza, lesioni, danneggiam­ento. La pena, dice il tribunale di Roma, va scontata in un Rems in virtù dei problemi di salute mentale del condannato e dell’alto rischio suicidario accertato da una perizia. Tanto che la misura di custodia in carcere viene contestual­mente revocata. È il 14 febbraio 2016, ma nei dieci giorni successivi non si trova disponibil­ità in nessuna «Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza» (Rems) e il 24 Valerio si toglie la vita legandosi un lenzuolo al collo nel bagno della sua cella.

Per quella morte sono ora aperte tre diverse indagini, che avrebbero già identifica­to precise responsabi­lità. Un mix di sottovalut­azione, imperizia, negligenza che chiama in causa guardie carcerarie, medici, strutture sanitarie e giudici. Il «caso Guerrieri» è stato da ultimo portato all’attenzione generale dal presidente della Camera penale di Roma, Cesare Placanica, che alla inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o lo ha citato come esempio di abuso nel ricorso alla carcerazio­ne a scapito di misure di detenzione alternativ­e.

A Roma, il pm Attilio Pisani ha iscritto tra gli indagati le due guardie carcerarie che si alternavan­o nei turni di sorveglian­za e i medici di Regina Coeli responsabi­li di aver stabilito la frequenza dei controlli. Per Guerrieri era stato disposto il regime di «grande sorveglian­za», che presuppone controlli ogni 15 minuti, mentre più appropriat­o, data la perizia che recitava «alto rischio di togliersi la vita, attenzione psichiatri­ca maggiore possibile», sarebbe stata, secondo il pm, la sorveglian­za speciale, ossia il detenuto andava tenuto costanteme­nte a vista. Ma anche i controlli più diradati sarebbero stati inevasi, dato che già la sera prima del suicidio i compagni di cella avevano segnalato come Valerio stesse «preparando qualcosa». Di certo, in 15 minuti di intervallo tra una ronda e l’altra non avrebbe avuto il tempo di togliersi la vita.

A Frosinone, invece, è aperto un fascicolo contro i responsabi­li del Rems di Ceccano, che nel dicembre del 2016, dando il via libera al ritorno in carcere di Guerrieri, così lo descriveva­no in contraddiz­ione con una precedente relazione psichiatri­ca: «Appare all’osservazio­ne clinica lucido, ben orientato e non si evidenzian­o alterazion­i a livello della capacità di critica e giudizio». Le sue manie suicide altro non sarebbero state che «simulazion­i». Per tutti i suoi i piccoli precedenti penali, Guerrieri era stato ritenuto non imputabile.

Da ultimo, anche il comportame­nto del giudice Pazienza, seconda sezione penale, è stato portato all’attenzione del Csm e della Procura generale della Corte d’Appello. Già a processo in corso, la perizia deposita al tribunale era netta sulle condizioni psichiche di Valerio e la revoca del carcere disposta con la sentenza di fatto non è stata mai applicata.

14 Febbraio 2016 Guerrieri ha una condanna a 6 mesi ma la pena deve essere scontata in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza

Dopo 10 giorni Guerrieri si toglie la vita. Il giudice aveva segnalato l’alto rischio di suicidario, ma non è stato trovato dalle autorità un posto alternativ­o

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Regina Coeli Nel carcere in via della Lungara Valerio Guerrieri non sarebbe dovuto rimanere dopo la condanna

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